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Caso Charlie, cittadinanza americana al bimbo e alla famiglia per le cure

"Passato lʼemendamento che concede lo status di residente permanente per ottenere trattamenti medici", è il tweet del repubblicano Jeff Fortenberry. Lʼospedale britannico darà lʼok?

Caso Charlie, cittadinanza americana al bimbo e alla famiglia per le cure - foto 1
lapresse

Il Parlamento americano ha concesso la cittadinanza Usa a Charlie Gard in modo che il piccolo ricoverato all'ospedale londinese Great Ormond Street possa essere curato negli Stati Uniti.

Lo ha twittato il deputato repubblicano Jeff Fortenberry: "Abbiamo approvato un emendamento che garantisce status di residenza permanente a Charlie Gard e alla sua famiglia, in modo che Charlie possa essere sottoposto alle cure di cui ha bisogno". Non è chiaro ancora se, in seguito a questa decisione, l'ospedale britannico sarà costretto a dimettere il piccolo in quanto cittadino statunitense.

L'annuncio ha fatto il giro del mondo Come scrive il Daily Mail, che ha fatto rimbalzare la notizia dagli Usa al Regno Unito, non è chiaro se la decisione del Parlamento Usa obbligherà l'ospedale londinese a dimettere il bambino in qualità di cittadino americano o se essa complicherà ulteriormente la situazione legale.

Richiesto nuovo test sulla funzionalità dei muscoli Su Charlie Gard, intanto, verranno effettuati dei test per verificare la funzionalità dei muscoli, che potrebbe essere stata compromessa dalla malattia rara di cui soffre il bimbo. Lo si apprende da fonti dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma, secondo cui il risultato di questo esame, che verrà condotto nei prossimi giorni, è fondamentale per capire se al piccolo potrà essere applicato il protocollo sperimentale messo a punto dal team di ricercatori internazionali coordinati dall'istituto romano.

La patologia di cui soffre Charlie colpisce i mitocondri, le 'centrali energetiche' delle cellule, e proprio i muscoli sono una delle parti del corpo più colpite. L'esame verificherà se i danni subiti sono irreversibili, e in questo caso non ci sarà la possibilità di sperimentare la possibile terapia a base di desossinucleotidi. Sui dettagli della visita eseguita da parte dell'esperto del Bambino Gesù insieme ai colleghi promotori del protocollo, l'ospedale mantiene il riserbo chiesto dalla Corte britannica, sottolineando come da parte dei medici del Great Hormond Hospital ci sia stata la massima collaborazione.