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Caso Apple, commissione Intelligence Usa al lavoro su una legge anti-privacy

Rifiutare, come il colosso di Cupertino, di collaborare con il governo per lʼaccesso ai dati degli utenti potrebbe diventare un reato. Intanto il dipartimento di Giustizia ha presentato unʼistanza contro il Gruppo

Caso Apple, commissione Intelligence Usa al lavoro su una legge anti-privacy - foto 1
lapresse

Continua il braccio di ferro tra Washington e Apple.

La commissione Intelligence del Senato lavorerebbe a una proposta di legge che renderà reato penale la scelta di Cupertino, ossia non rispettare la decisione di un tribunale di far decrittare le informazioni dell'iPhone del killer di San Bernardino. Anche il dipartimento di Giustizia è intervenuto presentando un'istanza contro la società per costringerla ad acconsentire alla richiesta dell'Fbi.

Secondo il "Wall Street Journal", la mossa del Senato potrebbe inasprire il braccio di ferro tra Washington e la Silicon Valley, dato che giovedì anche Facebook e Google hanno fatto sapere di sostenere le posizioni di Apple, che si è rifiutata di creare una backdoor nel sistema operativo dell'iPhone per consentire alle autorità di decriptare i messaggi del cellulare di Syed Rizwan Farook.

La proposta di legge arriva da Richard Burr, repubblicano a capo della commissione Intelligence del Senato, che però non ha ancora terminato la bozza. E secondo il Wall Street Journal per ora non c'è nemmeno un accordo politico in quello che si prospetta come un anno elettorale molto difficile. Così per Burr potrebbe essere molto complesso avere un sostegno bipartisan a una legge che sarebbe percepita dai cittadini come un nuovo attacco alle loro libertà, dopo lo scandalo del Datagate.

Del resto, negli ultimi anni un numero crescente di aziende ha creato sistemi di criptaggio accessibili solo alle due persone che si sono scambiate un messaggio. Una decisione più volte attaccata dai politici e dalla polizia che invece vorrebbero avere la possibilità (con il benestare di un giudice e in casi straordinari) di entrare e decifrare i messaggi.

Ma i gruppi tecnologici e diverse associazioni per la difesa della privacy sostengono che sia sbagliato per due motivi: da una parte sarebbe una intromissione nella sfera privata di una persona e creerebbe un precedente per ulteriori incursioni. Dall'altra potenzialmente darebbe le chiavi d'accesso a hacker e a governi stranieri a messaggi che dovrebbero restare segreti.

Apple contro Fbi: udienza fissata per il 22 marzo - Approda in tribunale la battaglia tra Apple e Fbi, dopo la decisione dell'azienda di Cupertino di opporsi all'ordine di una corte federale di aiutare l'Fbi a sbloccare l'iPhone5 usato da uno dei killer della strage di San Bernardino. Una corte federale della California ha infatti fissato per il 22 marzo l'udienza relativa al caso, come ha reso noto un portavoce della procura per il distretto centrale della California.