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Brexit, la Ue fissa le linee-guida: Londra deve pagare fino al 2020

Le cifre non sono ancora state ufficializzate, ma realisticamente il conto sarà salatissimo: tra 60 e 100 miliardi di euro

Brexit, la Ue fissa le linee-guida: Londra deve pagare fino al 2020 - foto 1
-afp

Pagare il conto degli impegni finanziari presi con l'Ue, presentare un piano per i pagamenti e salvaguardare la frontiera con l'Irlanda del Nord: sono queste le tre priorità dell'Ue nella fase iniziale dei negoziati per la Brexit, che dovrà essere conclusa entro il 29 marzo 2019.

A mettere nero su bianco gli indirizzi sono stati i ministri per gli Affari europei dei 27, che hanno anche formalizzato il mandato di capo negoziatore a Michel Barnier.

Londra, dunque, dovrà pagare per intero il conto degli impegni finanziari presi verso il bilancio pluriennale europeo, compresi i costi per il trasloco delle due agenzie Ue (Ema per i farmaci e Eba per le banche) che attualmente hanno sede a Londra. E oltre al piano per i pagamenti, dovrà dare garanzie sulla reciprocità di diritti per cittadini e imprese europee e trovare una soluzione per la salvaguardia della frontiera con l'Irlanda del Nord, aperta grazie all'Accordo del Venerdì santo (il primo accordo di pace "garantito" dalla Ue) che il 10 aprile 1998 mise fine al conflitto con l'Ira.

La trattativa, secondo Sandro Gozi, sottosegretario italiano agli Affari europei, sarà "molto difficile, lunga e intensa". I ministri hanno infatti ribadito che prima di aprire la trattativa anche al futuro rapporto tra Ue e Gran Bretagna, dovrà esserci accordo sulle tre priorità, considerate la base per il "ritiro ordinato" di Londra. Solo in un secondo tempo si potrà aprire il negoziato sul rapporto futuro con la Ue a 27.

Le cifre del "conto" per Londra non sono state ancora quantificate, ma quelle ufficiose variano tra 60 e 100 miliardi di euro. Gozi ha specificato che la base di partenza europea è che i britannici potranno e dovranno esercitare "i loro diritti fino alla fine, ma anche i loro obblighi" tra i quali "quelli già assunti a livello finanziario. Che dovranno rispettare fintanto che sono membri e fintanto che sono impegnati, quindi oltre il 2020 ovviamente".

Del resto, era stato proprio il primo ministro britannico David Cameron a delineare il quadro pluriennale di bilancio 2014-2020, che definisce i finanziamenti per tutti i programmi europei (dalla Pac a Erasmus, dalla ricerca ai fondi strutturali), la cui conclusione effettiva - per le complesse regole Ue - avverrà solo nel 2022 e per alcuni casi anche il 2023.