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Brexit, la Scozia vuole l'Ue: rischio nuovo referendum

Il "Remain" ha vinto anche a Londra e in Irlanda del Nord. Lʼex premier Tony Blair: "Ci saranno enormi conseguenze, dovremo capire come mantenere la stabilità del Paese"

Al referendum sulla Brexit, a Londra, in Scozia e in Irlanda del Nord ha vinto il "Remain", mentre il resto del Paese ha deciso per il "Leave".

E ora c'è il rischio che tornino a galla sentimenti indipendentisti. Tanto che secondo il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon il voto "chiarisce come la gente della Scozia veda il proprio futuro come parte dell'Ue". E quindi non è escluso un nuovo referendum sull'indipendenza dopo quello che nel 2014 aveva sancito il legame con Londra.

Il Regno disunito - Nove delle 12 macro aree che compongono il Regno Unito hanno votato in favore del fronte anti europeista del "Leave". Le aree più euroscettiche sono state le Midlands, regioni che comprendono grandi centri urbani come Birmingham e vecchi distretti industriali. A seguire il North East e poi lo Yorkshire, proprio la regione in cui il 16 giugno l'estremista di destra Tommy Mair ha ucciso la deputata laburista Jo Cox, paladina dell'integrazione europea. Da notare pure l'inattesa vittoria di misura del "Leave" in Galles.

La vera roccaforte europeista resta invece la Scozia, pur con un'affluenza inferiore alla media nazionale, che ha votato "Remain" al 62%. Segue Londra, filo-Ue al 59,9% e l'Irlanda del Nord, un "po' meno anti-Brexit" delle previsioni con il 55,8%.

Sturgeon: "Ora tra Scozia e Londra tutto cambia" - "Farò tutto il possibile perché la Scozia resti nell'Unione Europea e nel mercato unico", ha detto Nicola Sturgeon, ribadendo di voler rispettare il voto espresso dalla sua popolazione. La "first minister" di Edimburgo ha espresso rammarico per il voto degli inglesi favorevole al "Leave" e ha avvertito che questo "cambia tutte le condizioni" del rapporto della Scozia con il Regno Unito sancito dal no all'indipendenza scozzese del 2014.

Tony Blair: "Ci saranno enormi conseguenze" - "La decisione di uscire dall'Ue avrà enormi conseguenze, come la richiesta della Scozia di un referendum sull'indipendenza o la volontà dell'Irlanda del Nord di unirsi all'Eire". Lo ha detto l'ex premier britannico Tony Blair, aggiungendo: "Per il momento dovremo cercare di capire come andare avanti e come mantenere la stabilità del Paese".

Verso l'unione dell'isola d'Irlanda - Assieme alla Scozia, anche l'Irlanda del Nord potrebbe staccarsi dal Regno Unito per unire l'isola d'Irlanda sotto un'unica bandiera. Il Sinn Fein, ex braccio politico dell'Esercito repubblicano irlandese (Ira), ha infatti chiesto la convocazione di un referendum sull'unificazione con l'Eire. Il partito repubblicano ha sottolineato che l'esito del referendum sulla Brexit avrà "enormi conseguenze sulla natura dello Stato britannico" e, per bocca del suo presidente Declan Kearney, ha dichiarato: "Il governo britannico ha perso ogni mandato per rappresentare gli interessi economici e politici della gente in Irlanda del Nord".

Rowling: "Mai desiderata tanta magia come ora" - Dopo la vittoria del fronte Brexit, J.K.Rowling, l'autrice di Harry Potter, convinta sostenitrice del "Remain", ha detto di "non aver mai desiderato tanto la magia come in questo momento". La celebre scrittrice ha poi affermato di "essere orgogliosa di fare parte di una Indecent minority". Poco prima il leader del "Leave", Nigel Farage aveva infatti attribuito la vittoria alla "gente per bene", accusando coloro che volevano restare nell'Ue di "straordinaria indecenza". Ma la Rowling, in una serie di tweet postati in mattinata, ha rivolto i suoi strali anche contro il premier conservatore britannico David Cameron e la sua politica, che "ha portato alla fine di due Unioni, quella europea e quella del Regno Unito". "La Scozia adesso cercherà l'indipendenza. L'eredità di Cameron sarà di aver rotto due unioni. Non doveva accaderne neppure una", ha dichiarato la scrittrice.