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Brexit, Juncker: "Con Gb nessun divorzio consensuale"

I ministri al vertice di Berlino rilanciano crescita e lavoro. Angela Merkel: "Trattative rapide, Gb faccia il primo passo". Si dimette Hill, uomo-Cameron a Bruxelles

I Paesi fondatori dell'Unione europea si esprimono all'unanimità contro la Brexit, auspicano un processo veloce di uscita dalla Ue della Gran Bretagna e rilanciano crescita e lavoro annunciando: "Nessuno ci ruberà l'Europa".

E' dura la risposta dei vertici di Bruxelles alla decisione dei cittadini britannici di lasciare l'Unione. E tutti sono d'accordo con il presidente della Commissione Ue: "Non ci sarà nessun divorzio consensuale".

Juncker: "Nessun divorzio consensuale" - Il presidente Ue Jean-Claude Juncker avverte che "non ci sarà nessun divorzio consensuale", ma precisa: "Non è stata neppure una grande storia d'amore". E sugli sviluppi imminenti, esclude che la Brexit possa rafforzare il potere dell'asse Parino-Roma-Madrid a danno di Berlino. In una intervista al quotidiano tedesco Bild il presidente della Commissione sottolinea che nel nuovo scenario di una Europa senza Regno Unito alla Germania toccherà probabilmente "un incarico ancora più importante".

Juncker ha anche ammesso il suo timore dell'eventualità che si crei un effetto domino nell'Ue, in cui altri Stati procedano a consultazioni per chiedere ai cittadini la loro opinione sulla permanenza nell'Ue. Non si può escludere, ha continuato, che "i populisti non si lascino scappare alcuna opportunità di diffondere la loro rumorosa politica antieuropea". Tuttavia, si è detto convinto che la "molestia" del populismo euroscettico non avrà molto futuro, perché "presto" si dimostrerà che "il Regno Unito stava meglio dentro l'Ue, a livello economico, sociale e di politica estera".

Merkel: "Servono trattative rapide, ma Londra faccia il primo passo" - Angela Merkel auspica che il governo britannico chiarisca in che modo intende procedere nel processo di uscita dall'Unione europea. "Le trattative non possono durare in enterno - dice la cancelliera tedesca - ma tocca alla Gran Bretagna muovere i suoi passi".

Si dimette Hill, uomo Cameron nell'Ue - A Bruxelles si è dimesso l'uomo Cameron, Lord Jonathan Hill, commissario europeo per i servizi finanziari. E' già stato sostituito da Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, come ha annunciato Juncker spiegando di aver accettato le dimissioni di Hill "con forte rammarico".

Berlino: "Ora puntare su lavoro e crescita" - Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier sottolinea che secondo il trattato di Lisbona il processo di uscita "deve essere avviato al più presto possibile, per poterci poi concentrare sul futuro dell'Europa". E aggiunge: "Il lavoro e la crescita" sono due tra le prncipali risposte che l'Europa dovrà dare per evitare una grande crisi dopo la Brexit.

Gentiloni: "Si volti pagina" - Il ministro Paolo Gentiloni assicura che ora c'è voglia di "voltare pagina" sulle politiche sulla crescita in Ue e spiega: "C'è una spinta convergente in questo senso che viene da Italia e Francia oltre che da altri rispetto alla domanda principale, che sono più crescita e più posti di lavoro".

E ancora: "Dobbiamo stare attenti a non capovolgere la scala delle priorità. Per i cittadini le priorità oggi sono: una risposta chiara e netta al referendum britannico e passi in avanti per crescita, lavoro e politiche migratorie. Nel frattempo discuteremo di architetture istituzionali", come le possibilità di una Ue a due velocità. "Ma guai a immaginare che con i discorsi sugli assetti istituzionali risolviamo le emergenze a cui guardano i cittadini europei".

Ayrault: "Tornare alle origini dell'Europa" - "Ci siamo riuniti noi sei Paesi fondatori perché volevamo riallacciarci allo spirito dei fondatori e dei Trattati di Roma - dice il ministro francese Jean-Marc Ayrault -. Dobbiamo tornare ai valori fondanti e tocca soprattutto a noi Paesi fondatori far rivivere quello spirito". Non sarà accettabile, riprende Arnault, che il Regno unito giochi "al gatto e al topo" nei negoziati sulla Brexit, "è nell'interesse del Regno Unito e degli europei non avere un periodo di incertezza che avrebbe conseguenze finanziarie e che potrebbe averne di economiche e politiche".