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Brexit, ambasciatore Gb consegna lettera a Tusk: divorzio da Ue

Scattano così i due anni di negoziati per fissare le modalità del recesso della Gran Bretagna dallʼUnione europea. May: "Eʼ un momento storico, non si torna indietro. Per noi è unʼopportunità"

L'ambasciatore britannico, Tim Barrow, ha consegnato al presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, la notifica dell'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona.

"Dopo nove mesi il Regno Unito ha fatto la Brexit", ha scritto il presidente del Consiglio Europeo su Twitter dopo aver ricevuto la lettera. "Un giorno i britannici rimpiangeranno questa scelta", ha detto il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker.

Con la consegna della missiva firmata martedì sera dalla premier Theresa May parte de facto la Brexit, il processo di divorzio della Gran Bretagna dall'Unione. Barrow ha consegnato di persona a Bruxelles la lettera a Tusk, portandola al suo ufficio al Consiglio europeo. Scattano così i due anni di negoziati per fissare le modalità del recesso della Gran Bretagna dall'Ue.

"La Gran Bretagna si avvia a lasciare l'Ue secondo la volontà del popolo", ha detto alla Camera dei Comuni la premier Theresa May. "E' un momento storico, non si torna indietro", ha aggiunto.

Juncker: "E' un giorno triste" - "Questo è un giorno triste perché i britannici hanno deciso per iscritto di lasciare l'Unione europea, una scelta che rimpiangeranno un giorno. Ma mi sento bene stasera perché abbiamo parlato del nostro futuro", ha dichiarato Juncker. "Nonostante le debolezze e gli errori, dobbiamo considerare che l'Ue è il miglior posto in cui vivere nel mondo", ha aggiunto.

May: "I giorni migliori sono davanti a noi" - "I giorni migliori sono davanti a noi, dopo la Brexit", ha detto la premier britannica. "Ho scelto di credere nella Gran Bretagna". Per la May l'avvio della Brexit è un passo che "storico" e che sarà "un'opportunità" per il Regno: l'opportunità di essere "più forte, più equo e più unito". Obiettivo: essere un grande Paese "globale".

La May ha confermato che la Gran Bretagna non farà parte del mercato unico: si tratta, ha spiegato, di una opzione "incompatibile con la volontà popolare" manifestata nel referendum. "L'Ue ci ha detto che non possiamo scegliere" cosa tenere e cosa no, e "noi rispettiamo" questo approccio. La premier ha comunque ribadito la volontà di una nuova partnership e ha assicurato che saranno garantiti "al più presto i diritti dei cittadini Ue".

Tusk: "Non c'è ragione di pensare che si tratti di un giorno felice" - "Dopo nove mesi la Gran Bretagna ha partorito la Brexit". E' il tweet del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che gioca sul doppio senso che ha in inglese il verbo 'deliver': consegnare, riferito alla lettera di Londra con cui fa scattare l'articolo 50, ma anche 'partorire', riferendosi ai nove mesi che ha atteso Londra prima di avviare ufficialmente l'addio all'Ue.

"Non c'è ragione di pensare che oggi sia un giorno felice", ha aggiunto Tusk. "Ora la priorità sarà quella di minimizzare le incertezze provocate dalla decisione del Regno Unito per i nostri cittadini, le imprese e gli Stati membri". Nel negoziato per l'uscita dall'Ue "non c'è niente da vincere e parlo per entrambe le parti. In essenza si tratta di una limitare i danni". "Cosa posso aggiungere? Ci manchi già...", ha concluso.
 

La risposta dei 27: "Ci dispiace, ma siamo pronti" - "Ci dispiace che la Gran Bretagna lascerà l'Unione europea, ma siamo pronti per il processo che ora dovremo seguire". Così i 27 in risposta alla lettera di Londra. "Per l'Unione europea, il primo passo sarà ora l'adozione da parte del Consiglio europeo delle linee guida per i negoziati" che "fisseranno le posizioni complessive e i principi alla luce di cui l'Unione, rappresentata dalla Commissione europea, negozierà con la Gran Bretagna", si legge nella dichiarazione.

"In futuro, speriamo di avere la Gran Bretagna come partner stretto", continuano i 27. "In questi negoziati l'Unione agirà come una sola e preserverà i suoi interessi", per questo "la nostra priorità sarà minimizzare l'incertezza".

Alfano: "Diritti assicurati per gli italiani in Gb" - "Ho avuto dal collega Boris Johnson l'assicurazione che gli italiani residenti in Gran Bretagna non avranno nulla da temere sul tema dei diritti e di permanenza". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, dopo un incontro a Londra con il suo omologo britannico. "Lavoriamo per rendere l'Italia sempre più attraente per gli investimenti esteri, per noi la Brexit può essere anche un'opportunità", ha aggiunto.

May a Gentiloni: "Cooperazione in fase negoziale" - Sulla stessa lunghezza d'onda anche la telefonata tra Theresa May e Paolo Gentiloni, arrivata nella tarda serata di mercoledì. La premier britannica ha sottolineato l'intenzione di avviare la fase negoziale con un atteggiamento di cooperazione e di mirare, innanzitutto, al mutuo riconoscimento dei diritti dei cittadini Ue nel Regno Unito e di quelli del Regno Unito in Ue. Gentiloni ha ribadito l'amicizia e l'alleanza che legati i due Paesi e ha ricordato che l'atteggiamento negoziale sarà definito al Consiglio europeo del 29 aprile.

Scozia, gli indipendentisti: "Sulla Brexit il Regno non è unito" - Sulla Brexit "non siamo un Regno Unito". Il capogruppo degli indipendentisti scozzesi, Angus Robertson, marca la distanza da Londra, contestando ai Comuni le parole della premier, Theresa May, secondo cui l'uscita dall'Ue unirà il Paese. Robertson ha insistito sulla richiesta di un referendum sull'indipendenza della Scozia nel "rispetto del voto democratico" del Parlamento di Edimburgo ricordando che il 23 giugno "due nazioni hanno votato contro la Brexit".

Immediata la replica della May. "Voglio semplicemente ricordare che la Scozia è parte del Regno Unito", ha detto. Quindi ha liquidato il voto di ieri del parlamento di Edimburgo sulla richiesta di un referendum bis come un tentativo d'intervenire su un dossier - la Brexit - su cui l'assemblea scozzese non ha voce in capitolo dal punto di vista costituzionale.