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Gaza,"no embargo, sì inchiesta"

Basta con l'embargo a Gaza.

L'appello è della Santa Sede, che sottolinea come l'incidente dell'attacco israeliano alla flottiglia sia la riprova che "la politica dell'isolamento della Striscia non può funzionare". Bisogna piuttosto rispondere alle esigenze della popolazione, ha detto monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all'Ufficio Onu di Ginevra, aggiungendo che il Vaticano chiede un'inchiesta imparziale sul blitz.

"Sono intervenuto per seguire la linea espressa dal Santo Padre - ha detto in un'intervista a Radio Vaticana Monsignor Silvano Tomasi, rappresentate alle Nazioni Unite a Ginevra - affermando che la violenza non porta a nessun risultato costruttivo". "E' evidente - ha aggiunto Tomasi - dopo questo incidente che la politica adottata da questo isolamento della Striscia di Gaza non puo' funzionare perché bisogna prima di tutto dare una risposta positiva ai diritti fondamentali di cibo, acqua, medicinali, educazione per la popolazione di Gaza".

"Dobbiamo tutti incoraggiare la comunità internazionale - ha continuato Monsignor Tomasi - e i Paesi più direttamente interessati a lavorare per una soluzione di lunga durata che non puo' essere altro - a questo punto - che quella di uno Stato palestinese e di uno Stato israeliano sicuro in modo che tra si possa eventualmente non solo rispettare le regole dell'indipendenza ma anche aprire la porta ala collaborazione".

Frattini:"Stop all'embargo"
"Credo che Israele possa e debba consentire liberamente che tutti i beni necessari possano accedere all'interno della Striscia di Gaza". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenuto ad una conferenza stampa a Fiesole. Per il ministro sarebbe l'unico vero contributo, da parte del governo di Tel Aviv, in grado di dare un nuovo slancio ai negoziati di pace tra il popolo palestinese e israeliano. Frattini ha anche parlato della posizione dell'Italia sull'inchiesta internazionale sull'attacco israeliano alla Flottiglia dei pacifisti che portavano aiuti nella Striscia di Gaza.

"Noi chiediamo che Israele associ il Quartetto (Usa, Russia, Onu, Ue) che è l'organismo internazionale universalmente affidabile. E' un'inchiesta di Israele, che è uno stato sovrano, ma l'associazione al Quartetto darebbe una risposta a tutta la comunità internazionale". 

Anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha proposto che all'inchiesta interna sulla vicenda partecipino osservatori stranieri.

Angela Lano: "Presto partirà una nuova flottiglia per la pace"
Di ritorno da Israele, la giornalista attivista, Angela Lano, ha lanciato una nuova sfida: "Israele ha mostrato il suo volto più terroristico, il nostro rapimento in acque internazionali è stato fatto per scoraggiare gli aiuti: noi siamo però pronti a partire per Gaza quanto prima, forse in due mesi, e non con sette ma 20 navi''.

All'aeroporto di Malpensa la Lano ha raccontato ai giornalisti quel che è successo a Tel Aviv: "Il nostro unico obiettivo era di raggiungere la Striscia di Gaza per portare aiuti, 10 milioni di euro fra carrozzine, medicinali e case prefabbricate e invece tutto è stato sequestrato al porto di Ashdod, siamo stati letteralmente derubati''.

Angela Lano ha parlato anche dei maltrattamenti subiti: ''Le donne non sono state picchiate, ma i maschi sì". "Voglio però ringraziare - ha concluso - la nostra ambasciata a Tel Aviv, il nostro consolato a Istanbul e soprattutto il governo turco che ci ha trattati come dei re, mandandoci due grossi aerei pur bloccati a terra per 12 ore dagli israeliani''.