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Usa, Bush: "Ho fatto degli errori"

Discorso di addio, "mondo è più libero"

L'ultimo discorso in oltre due mesi di commiati, il presidente George W.

Bush, lo ha pronunciato in diretta tv, guardando dritto negli occhi gli americani con un sorriso nervoso e una giovialità che sembrava forzata. Bush dice di lasciare un'America "più sicura" di quella che era sette anni fa. Ma il terrorismo "resta la minaccia più grave per gli Usa". E naturalmente il mea culpa: "Ho fatto degli errori, ma ho agito per il Paese".

E' un appuntamento di rito, quello dell'ultimo appello alla nazione, ma per Bush la circostanza assume un sapore particolare, di ultima arringa per convincere l'America - che ha già voltato pagina - a sospendere il giudizio, a considerare le attenuanti del caso. Ammette di avere inciampato lungo il percorso, Bush, ma giura di avere agito sempre in buona fede e per il bene del Paese.

Bush ha ringraziato gli americani per la lunga corsa che gli hanno concesso ed è tornato a difendere il suo operato. "Come molti prima di me - ha detto il presidente - ho fatto i conti con passi falsi. Ma ho sempre agito con in mente il migliore interesse del Paese. Ho seguito quello che mi ha detto la coscienza e fatto quello che credevo fosse giusto. Molti non sono d'accordo con alcune delle decisioni più difficili che ho preso, ma mi si deve concedere che ho agito con fermezza, prendendo decisioni difficili, quando è stato necessario".

Non fa riferimenti diretti alla sua crociata di libertà e democrazia nel cuore del Medio Oriente, ma sventola con orgoglio la bandiera della sua presidenza, la lotta contro il terrorismo iniziata dopo le stragi dell'11 settembre 2001. E' convinto di lasciare un'America "più sicura" di quella che era sette anni fa, ma avverte: il terrorismo "resta la minaccia più grave". "I nostri nemici sono pazienti - mette in guardia - e hanno la determinazione per colpirci di nuovo".

"E' legittimo discutere molte delle decisioni che ho preso - insiste - ma c'è poco da discutere sui risultati ottenuti. L'America per sette anni non è stata più colpita da un attentato terroristico".

Non esita neppure a rispolverare un vecchio cavallo di battaglia, quello della guerra tra il bene e il male. "Ne ho parlato spesso e questo ha infastidito molti - ha detto -. Ma il bene e il male sono presenti nel mondo, e tra i due è impossibile un compromesso". Bush ha per la prima volta parlato di "asse del male" nel discorso sullo Stato dell'Unione del gennaio 2002, quando la guerra in Afghanistan era già in atto e i preparativi per quella in Iraq già in moto.

Ma la giuria degli americani si è già espressa, il 4 novembre con un voto per il democratico Barack Obama che è al contempo un voto di sfiducia per Bush. Eppure per il successore, il presidente uscente, non mostra solo la cortesia di rito: esprime ammirazione. Dice di sentirsi "pieno d'orgoglio e di speranza" per il giuramento di Obama, martedì prossimo, il primo presidente afroamericano della storia americana. "Il mondo avrà una testimonianza della vitalità della democrazia americana", ha aggiunto.