FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Elicottero caduto: "guasto tecnico"

Per francesi è lʼipotesi più probabile

Mentre secondo l'inchiesta francese l'incidente che ha provocato la morte di 8 militari italiani a Strasburgo è stata dovuta "con ogni probabilità a un guasto tecnico", L'Aeronautica militare italiana ha nominato a sua volta una commissione d'inchiesta per far luce sull'accaduto.

L'elicorreto coinvolto nel tragico schianto faceva parte del 15° Stormo di Pratica di Mare che si occupa di attività di ricerca e soccorso.

La commissione italiana si è recata in Francia sul luogo dello schianto, così come i familiari delle vittime. Allo stato, secondo quanto si è appreso, si esclude una collisione con il secondo elicottero dell'Aeronautica italiana che viaggiava affiancato a quello o con altri velivoli. Le condizioni del tempo, viene sottolineato, erano ottime. L'elicottero, un HH-3F, è precipitato in fiamme in una zona di campagna, non abitata, durante un volo di trasferimento da Digione, in Francia, a Florennes, in Belgio. L'elicottero caduto era stato costruito una ventina di anni fa, ma era continuamente controllato e revisionato.

L'elicottero precipitato - dell'84° Centro di soccorso aereo (Sar) di Brindisi, un reparto del 15° Stormo dell'Aeronautica - stava volando insieme a un velivolo dello stesso tipo dell'83° Sar di Rimini. Era partito dalla città pugliese, con sette persone a bordo, ed aveva fatto un primo scalo nella base di Rimini, per poi decollare - insieme al secondo HH-3F e ad un altro militare - alla volta di Digione. Da qui, dopo uno scalo tecnico per il rifornimento, la partenza alla volta della base militare di Florennes, dove i due velivoli avrebbero dovuto partecipare oggi ad una esercitazione multinazionale, la Tactical Leadership Programme. Durante il volo, fra l'Isle-en-Barrois e Vaubecourt, nei pressi di Strasburgo, l'elicottero è improvvisamente precipitato su un terreno, lontano da zone abitate.

L'l'HH-3F di Brindisi è abitualmente utilizzato per operazioni Sar (Search and Rescue), cioé di ricerca e soccorso. L'equipaggio è molto esperto ed abituato ad operare in condizioni anche proibitive, di giorno e di notte: basti pensare che dal 1965 ad oggi gli equipaggi del 15° Stormo hanno salvato circa 7.000 persone in pericolo di vita.

Chi sono le vittime
Il capitano pilota Stefano Bazzo, 32 anni di Vicenza, era in servizio all'83/o centro Sar di Rimini. Tutti gli altri componenti dell'equipaggio, ufficiali piloti e sottufficiali specialisti e soccorritori, appartenevano al Centro Sar di Brindisi. Sei erano pugliesi: il tenente Marco Partipilo, 29 anni, di Bari; i marescialli Giovanni Sabatelli, 50 anni, di Fasano (Brindisi); Carmine Briganti, 41 anni, di Talsano (Taranto); Giuseppe Biscotti, 37 anni, di Grottaglie (Taranto); Massimiliano Tommasi, 34 anni, di Calimera (Lecce); Teodoro Baccaro, 31 anni, di San Vito dei Normanni (Brindisi). Qualche giorno fa, alcuni di loro avevano portato a termine l'ennesima operazione di salvataggio di una neonata cardiopatica. Uno, il capitano Michele Cargnoni, 30 anni, era di Brescia.

Il maresciallo Massimiliano Tommasi era un giovane prestante, atletico, amava il mare e le moto. I genitori coi quali viveva lo avevano sentito al telefono la mattina. Poi, appreso dell'incidente dai telegiornali, avevano cercato invano di ricontattarlo al cellulare. Quando hanno bussato alla porta della loro casa il sindaco di Calimera e il prefetto di Lecce, hanno capito subito che al loro ragazzo era successo qualcosa di molto grave. Sono scoppiati a piangere e si sono abbracciati.

Il capitano Stefano Bazzo era padre di una bambina da pochi mesi. Il tenente colonnello Giovanni Telesca, comandante della base di Rimini dove era di stanza Bazzo, è rimasto in serata accanto alla vedova, cui ha portato la notizia, nella casa della famiglia a Vicenza. Bazzo aveva partecipato a numerose operazioni di soccorso e trasporto, anche all'estero.

Originario di Vestone, comune dell'alta Val Sabbia nel Bresciano, il capitano Michele Cargnoni, non era sposato. Il padre Vincenzo, maestro elementare, è conosciuto in quanto assessore alla Cultura di Vestone.

Oltre che colleghi, i due sottuficiali Carmine Briganti e Giuseppe Biscotti erano amici da sempre. Da anni lavoravano insieme e si frequentavano anche nel tempo libero. "Ogni volta che arrivava una segnalazione di soccorso - ricorda un loro conoscente - li vedevi scattare, assieme ai loro colleghi. Si mettevano a disposizione ogni volta che c'era un naufrago in mare, un bimbo da trasferire in tutta fretta da un ospedale all'altro, oppure, come spesso accade, dall'Albania alla Puglia. Senza parlare poi dei voli umanitari tra la Puglia e l'Albania e degli addestramenti internazionali organizzati dall'Onu". Erano stati loro, dieci giorni fa, a soccorrere  Letizia, una neonata cardiopatica di quattro giorni in imminente pericolo di vita ricoverata nell'ospedale di Taranto.

Sar Brindisi: "Sono morti nostri amici"
"E' sconvolgente leggere su questi fogli i nomi di coloro con i quali noi scherzavamo fino all'altro giorno, con cui abbiamo condiviso con passione l'obiettivo del Sar che è quello della salvaguardia della vita umana" ha detto il luogotenente Giorgio Esposito, portavoce del Sar. Con la voce rotta dal pianto, Esposito ha ribadito che la missione doveva raggiungere l'obiettivo Florennes. "Sono questi - ha detto Giorgio Esposito - gli stessi nominativi sui comunicati stampa di pochi giorni fa dove si parlava del trasporto a Napoli della bambina cardiopatica, dell'uomo trasportato a Brindisi per le grandi ustioni, e poi la partecipazione a ricerche in mare. Sono persone che vivevano con passione questa grande specialità che è il soccorso aereo".