Italia, 5 mld dollari alla Libia
Berlusconi:"Risarcimento a ex colonia"
Lo Stato italiano verserà alla Libia cinque miliardi di dollari nei prossimi 20 anni a titolo di risarcimento per i danni provocati nel periodo coloniale.
Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Bengasi, durante la sua visita ufficiale nello Stato nordafricano per un incontro con il colonnello Muammar Gheddafi. I soldi saranno utilizzati per la realizzazione di un'autostrada costiera di oltre 1600 chilometri.
Ci sono voluti anni di tensioni e trattative estenuanti ma alla fine la firma è arrivata: Italia e Libia hanno siglato a Bengasi un Accordo di amicizia e cooperazione "di portata storica", come ha subito commentato il premier Silvio Berlusconi, che chiude definitivamente i contenziosi sull'avventura coloniale italiana in Tripolitania e Cirenaica e spalanca nuovi orizzonti di cooperazione tra Roma e Tripoli, soprattutto su energia e contrasto all'immigrazione clandestina.
L'Italia verserà alla sua ex colonia 5 miliardi di dollari in vent'anni (e non in venticinque, come era filtrato inizialmente) con finanziamenti annuali di 250 milioni di dollari. Spesa ingente, a fronte della quale tuttavia anche Roma avrà i suoi benefici: "Meno clandestini, più gas e più petrolio", è stata la formula trovata da Berlusconi per riassumerli. Dopo l'accelerazione impressa nelle ultime settimane ad un negoziato che si trascinava da anni e che è rimasto in bilico fino all'ultimo, Berlusconi è volato a Bengasi dal colonnello Muammar Gheddafi, portando con sè le "scuse" dell'Italia al popolo libico per le "ferite profonde" inferte dal colonialismo e - gesto altamente simbolico - la Venere di Cirene, statua restituita alla Libia dopo 95 anni.
I cinque miliardi di dollari di risarcimenti serviranno alla realizzazione di un'autostrada costiera di oltre 1600 chilometri che attraverserà tutta la Libia - dall'Egitto alla Tunisia - attorno alla quale i libici avevano incentrato le trattative; alla costruzione di 200 abitazioni, ad un vasto progetto di sminamento del Paese e al finanziamento di borse di studio per studenti libici e di pensioni ai mutilati dalle mine piazzate dagli italiani in epoca coloniale.
L'Italia avrà in cambio l'attuazione degli accordi di pattugliamento congiunto delle coste libiche per il contrasto ai "mercanti di schiavi" che alimentano l'immigrazione clandestina (come ha subito esultato il ministro dell'Interno Roberto Maroni) e una maggiore penetrazione delle sue imprese nello sfruttamento del gas e del greggio libico, con l'Eni già al centro delle relazioni petrolifere. Assieme ad un altra serie di accordi economico-commerciali. Il 'feeling' personale tra Berlusconi e Gheddafi - testimoniato anche dal curioso fuori programma familiare del Cavaliere che mostra al leader della Jamahiriya le foto del nipotino Alessandro - ha certamente aiutato a sbloccare il negoziato.
Ma non è stato affatto facile, con la diplomazia libica che ha costantemente giocato al rialzo. Ancora in mattinata, lo stesso Berlusconi aveva confermato che la spalmatura dei cinque miliardi di finanziamenti era prevista in 25, e non in vent'anni, come poi è stato concordato. In Libia sono giorni di festa per le celebrazioni del 39/o anniversario della Rivoluzione che il primo settembre 1969 portò il colonnello Gheddafi al potere. Al calendario delle festività libiche si aggiungerà la giornata di riconciliazione con l'Italia, mentre verrà depennata 'la giornata della vendetta' del 7 ottobre, quando (nel 1970) il rais ordinò l'espulsione di ventimila italiani dal Paese.
"Questo storico accordo apre le porte per una futura cooperazione e partnership tra l'Italia e la Libia", ha annunciato infatti Gheddafi, compiacendosi delle scuse italiane "per gli eccidi e le repressioni" del periodo coloniale. Come a dire che la Libia perdona, ma non dimentica: la cerimonia di firma dell'intesa non a caso è stata organizzata dai libici nell'edificio che fu il quartier generale del governo italiano a Bengasi tra il 1911 e il 1943. Tra le pieghe di una giornata che si è conclusa con la partecipazione del premier alle celebrazioni per la Rivoluzione assieme a moltissimi capi di Stato africani, Berlusconi ha avuto anche un incontro bilaterale con il vice premier russo Serghei Ivanov. La crisi russo-georgiana, in prospettiva del Consiglio europeo straordinario di lunedi' e, anche qui, l'energia, i piatti forti del colloquio.