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41bis,Corte Europea condanna Italia

Accolto ricorso di detenuto ʼndrangheta

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato lo Stato italiano per il regime del 41 bis, il più duro del sistema carcerario, che viola due articoli della Convenzione.

La sentenza è arrivata dopo aver esaminato il ricorso presentato da un detenuto, Santo Asciutto, esponente della 'ndrangheta, già condannato all'ergastolo per omicidio. La Corte ha disposto che l'Italia gli versi complessivamente cinquemila euro.

In pratica, i giudici di Strasburgo hanno dato ragione al detenuto che lamentava come i tribunali di sorveglianza non si fossero pronunciati sui suoi ricorsi contro l'applicazione del regime speciale  (il 41 bis, il regime di detenzione piu' duro del sistema carcerario italiano) entro i dieci giorni previsti dalla legge impedendogli, in tal modo, di ricorrere per Cassazione. Al riguardo i giudici hanno riconosciuto la violazione dell'articolo 6 ogni individuo ha diritto che la sua causa sia esaminata) della Convenzione.

Per i togati è stato violato anche l'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata) della Convenzione Europea nel censurare la corrispondenza del detenuto per comunicazioni alla Corte e agli avvocati in presenza di ricorsi internazionali in materia di diritti umani.

La Corte ha invece respinto altre istanze tra cui quella del presunto trattamento inumano previsto dal 41 bis e la violazione del diritto di difesa per il mancato trasferimento in un'aula di giustizia (Asciutto fu collegato in videoconferenza) per partecipare all'udienza di un suo processo. 

I giudici hanno disposto che l'Italia versi complessivamente cinquemila euro a Asciutto per le spese di difesa dichiarando che "la constatazione delle violazioni della Convenzione costituisca per se stessa una soddisfazione equa sufficiente per il danno morale".

L'avvocato difensore Claudio Defilippi, del foro di Milano, ha dichiarato che "la sentenza pone seri interrogativi sulla legittimità del regime speciale 41 bis in Italia. Per la prima volta - ha aggiunto - una sentenza contesta l'operato dei tribunali di sorveglianza. Il 41 bis è una Guantanamo italiana".

Il legale ha annunciato poi ricorso alla Grande Camera in relazione alla violazione dell'articolo 3 (trattamento inumano e degradante) della Convenzione Europea. "Umanizzare il 41 bis è il nostro obiettivo anche per consentire al detenuto di scegliere liberamente se collaborare con la giustizia e non di farlo al solo scopo di sottrarsi al regime di carcere duro".