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Turchia, canzone contro Don Santoro

Governo contro artista nazionalista

Il governo di Ankara e le associazioni per i diritti umani si sono schierati contro la star turca della musica folk Ismail Turut, noto per le sue idee nazionaliste.

L'artista ha composto un brano che contiene anche un'implicita lode all'assassino del giornalista armeno Hrant Dink e a quello del sacerdote italiano Andrea Santoro (uccisi rispettivamente a gennaio 2007 e a febbraio 2006 da due giovani ultranazionalisti).

"Basta con la campane che suonano, basta essere pro-armeni, la gente non lo accetterà più, non nella regione del Mar Nero": è questa una delle strofe incriminate della nuova canzone di Turut. Immediata la replica di tre ministeri e la richiesta di un'indagine da parte degli avvocati della famiglia Dink. Il testo della canzone è stato scritto dal poeta ultranazionalista Ozan Arif e un anonimo fan di Turut vi ha abbinato un video, postato poi sul web, in cui scorrono le immagini di padre Santoro mentre Turut canta "basta con le campane che suonano" e quelle del cadavere di Dink sulle note di "se qualcuno vende la sua madrepatria, morirà immediatamente".

"Ho appreso questa notizia con orrore", ha dichiarato il ministro della Cultura e del Turismo Ertugrul Gunai non appena la vicenda ha cominciato a rimbalzare sulla stampa turca. "Questa canzone incita intenzionalmente i fan all'odio e all'inimicizia nella società", ha aggiunto, annunciando l'immediata rimozione del video da Internet. Identica la reazione del ministero della Giustizia e di quello degli Interni, che hanno chiesto un'indagine sulla vicenda.

Più netta la reazione dell'Associazione per i diritti umani (IHD), che ha chiesto il boicottaggio di Turut e ha sporto una denuncia nei suoi confronti. "E' possibile che una società funzioni bene se gente che esalta la codardia e gli ignobili omicidi gode del rispetto di ampi settori della società e conduce uno show in televisione?", si sono chiesti dall'IHD. Concordano gli avvocati della famiglia Dink, che hanno chiesto alle autorità giudiziarie di attivarsi contro i colpevoli. "E' una canzone che incita all'omicidio", ha commetato l'avvocato Kazim Bayraktar, presidente dell'Associazione degli avvocati.

"Non ho niente a che fare con il video", si è discolpato il cantante Turut, salvo poi aggiungere: "Ho solo voluto richiamare l'attenzione sui giochi in atto nella regione del Mar Nero. Ho cantato con gran piacere quella canzone". Identica la posizione del poeta Arif: "Non so nulla del video - ha dichiarato -. Il testo della lirica l'ho scritto io, mi prendo la responsabilità di ogni singola riga". Dopo aver assicurato di essere dispiaciuto per l'omicidio di Dink, Arif ha precisato che lo slogan 'Siamo tutti armeni', scandito dalla folla ai funerali di Dink a Istanbul, "dovrebbe preoccuparci". Nessuna notizia, invece, dell'anonimo autore del video. Alcuni quotidiani turchi avanzano l'ipotesi che si tratti di un turco emigrato a Vienna per lavoro.