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Usa, Senato boccia ritiro da Iraq

Fine missione prevista per marzo 2008

Il Senato americano ha respinto la proposta di legge presentata dalla maggioranza democratica.

L'istanza puntava a fissare un calendario per il ritiro delle truppe in Iraq da completare entro marzo 2008. Il presidente George W. Bush, che aveva già minacciato di porre il veto presidenziale, ha definito "saggio" il voto dei senatori che ha respinto un "calendario artificioso per la nostra missione in Iraq".

George W. Bush, in un discorso rivolto ai repubblicani, aveva chiarito che un ritiro affrettato delle truppe avrebbe potuto portare a un "contagio" del terrorismo in tutta l'area mediorientale. Sempre l'aula del Senato, poi, ha approvato con una maggioranza schiacciante di 96 voti a favore e solo 2 contrari un risoluzione per esprimere il sostegno del popolo americano alle truppe Usa dislocate in Iraq.

La mozione, dal valore esclusivamente simbolico, chiede al Congresso e alla Casa Bianca di farsi carico in maniera più responsabile delle truppe partite per l'Iraq, prendendosi cura dei reduci di guerra, garantendo una migliore assistenza medica. Un riferimento non casuale dopo le ultime polemiche sull'inefficienza della struttura medica di Washington per i soldati rimpatriati dall'Iraq.

Il documento chiede anche all'amministrazione Bush di fornire il necessario addestramento alle truppe. Anche fra i democratici molti hanno accusato il Pentagono di aver inviato al fronte soldati poco addestrati e insufficientemente equipaggiati.

La commissione Bilancio della Camera dei Rappresentanti, invece, ha approvato i nuovi stanziamenti per le truppe a Baghdad e Kabul. I finanziamenti sono vincolati al ritorno di tutti i soldati entro la fine di agosto 2008.