Nigeria, liberati tecnici italiani
Arena e Russo sequestrati il 7 dicembre
Francesco Arena e Cosma Russo, i due tecnici italiani dell'Agip sequestrati il 7 dicembre in Nigeria dal Mend, sono stati liberati.
Il Movimento per la liberazione del Delta del Niger ha annunciato che in futuro prenderà in ostaggio altri stranieri e che continuerà i suoi attacchi contro impianti petroliferi. Dopo la liberazione, Arena ha detto: "Ci hanno trattato bene" mentre la moglie del rapito annuncia:"E' stato pagato un riscatto".
Arena, 54 anni, di Gela (Caltanissetta) e Russo 55 anni, di Bernalda (Matera) erano stati rapiti - insieme ad un altro italiano, Roberto Dieghi, liberato il 17 gennaio per motivi di salute, e a un libanese, Imad Saliba, rilasciato il 21 febbraio - vicino una stazione petrolifera Agip nei pressi di Port Harcourt. Il sequestro era stato rivendicato dalla guerriglia del Movimento per la liberazione del Delta del Niger (Mend), in lotta contro il governo federale nigeriano, reo ai suoi occhi di privare la popolazione locale Ijaw degli ingenti proventi del petrolio.
Parallelamente alla liberazione di Arena e Russo, il Mend ha annunciato che in futuro prenderà in ostaggio altri stranieri e che continuerà i suoi attacchi contro impianti petroliferi nello stato nigeriano di Bayelsa, prioritariamente contro quelli gestiti dall'Eni. Il leader e portavoce del Mend, Jomo Gbomo, ha negato che siano state avanzate richieste di riscatto e ha sempre sottolineato, nei frequenti contatti allacciati con i media internazionali, che gli obiettivi del suo movimento erano esclusivamente di natura politica.
Subito dopo la sua liberazione, Francesco Arena ha parlato con reporter italiani dicendo: "Io sto bene, bene. Non soffriamo di nessuna malattia. Siamo stati trattati bene, nel modo migliore in cui si possono trattare le persone nella giungla''. ''Ora siamo nell'infermeria della Saipem per un controllo'', ha aggiunto. ''In questo momento non abbiamo idea di quando rientreremo in Italia". ''Non ci possiamo davvero lamentare - ha poi detto Arena in un collegamento telefonico - abbiamo vissuto nella foresta e hanno fatto in modo che noi stessimo meglio di loro, a noi davano l'acqua minerale e loro bevevano l'acqua sporca''.
La moglie di Arena:"E' stato pagato un riscatto"
"Ho parlato a lungo al telefono con mio marito, dalle 4 alle 7 del mattino: ci siamo detti tante cose. Non vedo l'ora di riabbracciarlo. Mi ha spiegato che li hanno trattati bene ma ha aggiunto che per il loro rilascio sono stati pagati dei soldi". Lo ha detto all'agenzia Ansa Angela Fiaccabrino, moglie di Francesco Arena. La moglie e i due figli del tecnico siciliano, residenti a Gela, lo attendono con impazienza: "Mi ha detto che ha l'adrenalina a mille e che non riesce a dormire - prosegue la moglie - io ho cercato di tranquillizzarlo. Ha aggiunto che è stato trattato bene e che non si aspettava una prigionia così lunga. I primi segnali che qualcosa stava si stava sbloccando lui e il suo collega li hanno avuti tre giorni fa.
La moglie di Russo:"Sono al settimo cielo"
"Ho sentito mio marito già due volte: dalla voce mi sembra che stia bene. Io e miei figli siamo al settimo cielo per questa stupenda notizia". Lo ha detto Anna Maria Carella, moglie di Cosma (Mimmo) Russo. Russo vive a Bernalda, un paese in provincia di Matera. "Adesso ci stiamo preparando per partire per Roma - ha aggiunto Carella - e tutti quanti non vediamo l'ora di riabbracciarlo. In questo momento non sappiamo ancora quando Mimmo arriverà in Italia".
La soddisfazione di D'Alema
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha espresso "il più vivo compiacimento'' per la liberazione, avvenuta in Nigeria, dei due tecnici italiani Cosma Russo e Francesco Arena, sequestrati dal Mend lo scorso 7 dicembre. D'Alema - riferisce una nota della Farnesina - nel ricordare il personale e continuo interessamento del presidente del Consiglio, Romano Prodi, che a più riprese ha richiesto al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo la collaborazione necessaria in tale delicata vicenda, ha ringraziato le autorità di governo nigeriane per l'atteggiamento costruttivo e operativo assunto durante tutta la durata del sequestro. Il titolare della Farnesina ha inoltre manifestato il suo più alto plauso a quanti hanno efficacemente e incessantemente operato per ottenere la liberazione dei nostri connazionali.