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Tripoli, i manifestanti avanzano

Sono ore decisive per le sorti del regime di Muammar Gheddafi in Libia.

Intorno al colonnello il cerchio si sta stringendo. La città di Tripoli è accerchiata sia a Ovest che ad Est dagli insorti, mentre sono cadute nelle mani dei ribelli le città di Zuara e di Misurata. Anche l'aeroporto internazionale di Maatiqa, a Tripoli, è sotto il controllo dei manifestanti. Il leader libico alla folla: "Uccideremo chi protesta".

La giornata in tempo reale

Gheddafi ha portato 3 mld a Londra
Una parte del tesoro di Muammar Gheddafi ha trovato rifugio in Gran Bretagna. In particolare, solo la scorsa settimana, riferisce il Times, 3 miliardi di sterline del colonnello sarebbero stati segretamente depositati su un conto di un broker di Mayfair nel cuore piu' ricco di Londra.

Onu, sabato varo sanzioni
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha raggiunto un accordo sulle prime sanzioni contro la Libia, che verranno varate già sabato. Lo indica la rappresentante brasiliana Maria Luiza Ribeiro Viotti, presidente di turno dei Quindici.

Ban: "Tenete confini aperti"
I Paesi vicini alla Libia, anche quelli europei, devono tenere i confini aperti: lo chiede il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, nel timore di una ondata di profughi.

Onu verso sanzioni a Tripoli
E' attesa per sabato l'approvazione di sanzioni contro la Libia, con l'embargo sulle armi, il blocco dei beni, limiti ai viaggi per i dignitari del dignitari oltre ad un riferimento a eventuali crimini contro l'umanità. Lo indicano all'Ansa fonti diplomatiche occidentali del palazzo di Vetro.

Figlio Gheddafi: "Truppe ferme per negoziare"
Seif Al Islam, il secondogenito di Muammar Gheddafi ha annunciato che all'esercito è stato ordinato di fermarsi per poter avviare negoziati con i "ribelli". Lo ha dichiarato in un discorso televisivo. Seif afferma di sperare in un accordo pacifico per "sabato".

Terminata evacuazione italiani da Tripoli
"Le evacuazioni dei cittadini italiani da Tripoli "sono terminate". Lo ha assicurato l'inviato dell'Unità di crisi Nicola Minasi. "Restano alcuni gruppi di connazionali" fuori dalla capitale, "con cui siamo in contatto", ha detto Minasi, spiegando che "oggi siamo riusciti a far decollare da Tripoli un C-130 con una quarantina di italiani a bordo e qualche cittadino europeo". La situazioni piu' critica, ha detto Minasi, si vive ad Amal, dove si trova un gruppo di 25 italiani "che non abbiamo potuto evacuare perche' non e' stato concesso il permesso di atterrare al C-130 che avevamo inviato".

Sanzioni dagli Usa
Gli Usa stanno mettendo a punto sanzioni unilaterali contro la Libia. Lo ha annunciato il portavoce della Casa Bianca Jay Carney.

Usa chiudono ambasciata a Tripoli
L'ambasciata americana a Tripoli ha chiuso venerdì. A dirlo è stato un funzonario della sede diplomatica, il quale ha annunciato che per via della situazione in cui è impossibile garantire la sicurezza il personale è stato evacuato. Una nave e un aereo noleggiato appositamente hanno lasciato Tripoli venerdì sera con a bordo il personale diplomatico.

Misurata, Farnesina: "In corso imbarco connazionali"
Circa 150 italiani si stanno imbarcando su due navi militari italiane a Misurata. E' quanto ha detto il capo dell'Unità di Crisi della Farnesina, Fabrizio Romano, durante una conferenza stampa. L'intera operazione, ha spiegato, è stata resa più difficile dalle condizioni del mare, che però ora stanno migliorando.

Onu: "Migliaia i morti"
In Libia, ci sono stati già migliaia di morti: ne è convinto il numero due della missione libica all'Onu, Ibrahim Dabbashi, secondo cui presto ci sarà uno stop alle esportazioni di petrolio libico, finito in mano al popolo, per ragioni di sicurezza.

Nato: "Pronti a tutto"
La Nato continua a seguire la situazione in Libia e, in stretto coordinamento con gli altri organismi internazionali, "continuerà a consultarsi allo scopo di prepararsi ad ogni eventualità". Lo ha riferito il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, al termine della riunione d'emergenza del Consiglio Atlantico dell'Alleanza.

Ambasciate Italia-Gb-Francia-Germania-Onu con rivolta
Le ambasciate d'Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania e dell'Onu appoggiano i manifestanti: "Siamo con il popolo libico e con i suoi martiri" fanno sapere in una nota congiunta.

"Milizie Gheddafi fanno sparire cadaveri"
"Le milizie di Gheddafi prelevano i cadaveri e i feriti dagli ospedali e li bruciano, si sbarazzano dei corpi per nascondere al mondo le prove delle uccisioni". Lo riferisce un testimone che vive a Tripoli.

La folla urla: "Solo Dio e Muammar"
Al termine del discorso del leader libico la folla sulla piazza Verde, che manifestava dal primo pomeriggio, ha scandito in coro lo slogan: "Solo Dio, Muammar e Libia!". I manifestanti, tra i quali anche donne e bambini, sono ancora sulla piazza: mostrano immagini di Gheddafi e sventolano bandiere verdi della Jamayiria. Sul lungomare di Tripoli, a poche centinaia di metri di distanza dalla piazza, sono stati piazzati posti di blocco presidiati da polizia, esercito e miliziani armati con la fascia verde al braccio.

"Giornalisti stranieri bugiardi, cani"
Gheddafi ha attaccato ancora i media stranieri, definendoli "cani". Il rais ha sostenuto che i giornalisti stranieri sono bugiardi e trasmettono solo informazioni sbagliate.

"Sconfiggeremo tutti, come in passato"
Sconfiggeremo tutti, come lo abbiamo già fatto in passato". Lo ha detto Il leader libico.

Vaticano: "Dolore per vittime, porre fine a violenze"
La Santa Sede esprime "sgomento e dolore per le vittime causate da queste crisi libica e chiede di porre fine alle violenze". E' quanto afferma mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio Onu, alla Radio Vaticana.

"Sono tra voi, ballate, cantate e siate felici"
"Guardate, sono tra voi: ballate, cantate e siate felici": così il colonnello Gheddafi si è accomiatato dalla Piazza Verde a Tripoli.

"La rivoluzione ha piegato Regno d'Italia"
"E la rivoluzione ad aver piegato il regno d'Italia in Libia, non dimenticatelo" ha aggiunto il leader libico, Muammar Gheddafi.

"Guarda Europa, guarda America, questo è il popolo libico, frutto della Rivoluzione"
Gheddafi ha anche proseguito: "Guarda Europa, guarda America, guardate terroristi cosa è capace di fare il popolo libico, questo è il popolo libico, il frutto della rivoluzione. La Rivoluzione ha risuscitato gli eroi come Omar El Mukhtar, combatteremo per la terra di Libia''.

"Uccideremo chi protesta"
"I depositi di armi sono aperti per armare il popolo e assieme combatteremo, sconfiggeremo e uccideremo chi protesta" ha detto ancora Gheddafi parlando a piazza Verde.

"Vinceremo come contro il colonialismo italiano"
Nel discorso alla folla il colonnello ha anche citato l'Italia: "Vinceremo come contro il colonialismo italiano. Lotteremo e riconquisteremo ogni pezzo di territorio". Poi: "Abbiamo costretto l'Italia a pagare gli indennizzi per la colonizzazione, voi siete i figli di Omar al-Mukhtar, avete vinto contro l'Italia".

Gheddafi nella piazza Verde a Tripoli: "Sarà un inferno"
Muammar Gheddafi è comparso in una specie di fortino, dall'alto della piazza Verde a Tripoli, ripreso dalla televisione di Stato. "Preparevi a difendere la Libia" ha detto alla folla. "Chi non mi ama non merita la vita, sarà un inferno: Lotteremo fino alla morte per la Libia, La rivoluzione ha reso la Libia il leader del terzo mondo, vi chiedo di cantare ballare e gioire".

Chavez su Twitter: "Viva Gheddafi"
"Viva la Libia e la sua indipendenza! Gheddafi sta affrontando una guerra civile". Lo ha scritto il presidente venezuelano, Hugo Chavez, in un messaggio su Twitter. E' il suo primo commento pubblico su quanto sta accadendo in Libia.

Maroni: "Non ho strumenti che vorrei per emergenza"
Il governo italiano non ha gli strumenti che lui vorrebbe per affrontare al meglio l'emergenza causata dalla situazione in Nord Africa. Lo dichiara il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ribadendo che il nostro Paese ha ceduto parte della sua sovranità all'Unione Europea. "Il governo italiano - sottolinea - non puo' fare cose che poteva affrontare trent'anni fa. Non puo' risolvere problemi perché non ha potere" mentre invece ha "vincoli". "L'Italia - aggiunge - ha ceduto sovranità e paga risorse che non hanno la prontezza adeguata" per rispondere all'emergenza.

Al Jazeera: "Miliziani sparano su civili: decine di morti"
La brigate della sicurezza sparano sui civili e sono decine i morti e i feriti, in diverse zone di Tripoli. Lo riferisce Al Jazira citando fonti mediche.

Base Sigonella per scopi umanitari
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dichiara che la base militare di Sigonella sarà utilizzata da Gran Bretagna e Stati Uniti per scopi umanitari in relazione alla situazione in Libia. "Sia gli Stati Uniti che la Gran Bretagna ci hanno chiesto di poter utilizzare la base di Sigonella per gli aerei che abbiano come solo obbiettivo l'evacuazione o scopi umanitari. E noi abbiamo dato la nostra autorizzazione, solo per questi scopi" sottolinea.

La Russa: "C-130 non riesce ad atterrare"
L'aereo inviato dalla Difesa italiana per recuperare i 15-25 italiani ad Amal, nella Libia meridionale, non è riuscito ancora ad atterrare. Lo spiega il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Il ministro non ha nascosto la sua "preoccupazione" per gli "impiegati e operai" italiani che "hanno mandato segnali di difficoltà, sono stati derubati, sono senza viveri. L'aereo ha difficoltà ad atterrare, ma ora c'è una buona speranza che riesca a farlo da un altro ingresso, passando per Tobruk". "Speravo che per le 16.30 la situazione fosse risolta - conclude - ma l'aereo non è ancora atterrato".

Delegazione Lega Araba si dissocia da Gheddafi
La delegazione libica alla Lega araba, al Cairo, si è dissociata da Muammar Gheddafi, condannando gli "atroci crimini" contro i civili. Secondo quanto riferisce l'agenzia Reuters, la delegazione ha annunciato di rappresentare la volontà popolare, cambiando nome.  "Ci siamo uniti al nostro popolo, nella sua legittima aspirazione al cambiamento e alla instaurazione della democrazia", ha sostenuto la delegazione in un comunicato ufficiale.

Onu propone blocco beni ed embargo armi
Congelamento dei beni, embargo alle forniture di armi, ricorso alla corte penale internazionale per chi in Libia si sarà macchiato di crimini di guerra. Sono questi i tre punti principali di un progetto di risoluzione Onu sulla Libia che i 15 del Consiglio di Sicurezza inizieranno ad esaminare oggi. Lo indicano fonti diplomatiche occidentali.

Sarkozy: "Gheddafi se ne deve andare"
Il leader libico Muammar Gheddafi "se ne deve andare": lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy in visita ad Ankara, in Turchia, affermando che le violenze perpetrate in Libia dal regime del colonnello contro il popolo sono "inaccettabili e saranno oggetto di inchieste e sanzioni".

Libia, Ambasciata Onu si schiera con i ribelli
La rappresentanza diplomatica libica presso l'Onu a Ginevra "servirà il popolo libico" e non più il regime di Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato l'incaricato d'affari libico al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.

Tripoli, mercenari sparano da ambulanze
"Tripoli è in un bagno di sangue. Nella strada di Shat, nella periferia Est della città, la gente era affluita da cinque moschee e i miliziani di Gheddafi hanno sparato sulla folla facendo morti e feriti. Poi è arrivata un'ambulanza, ma quando si sono aperte le porte sono apparsi dei mercenari e anche loro hanno sparato sulla folla". Lo riferisce una testimone da Tripoli.

Al Jazeera: "Gheddafi controlla solo Bab Alazizia"
Il leader libico Muammar Gheddafi controlla ormai soltanto la caserma-bunker di Bab Alazizia, dove risiede a Tripoli: lo afferma Al Jazeera, citando giornalisti libici.

"Figlio di Gheddafi si è unito a rivolta"
Il figlio minore di Gheddafi, Saif al-Arab, secondo i media iraniani, si sarebbe unito alla rivolta. L'agenzia Irna, citata dal sito Peace Reporter, riferisce che il giovane, inviato dal padre a sovrintendere la repressione dei sommovimenti, giunto a Bengasi sarebbe invece passato dall'altra parte, ottenendo l'appoggio di truppe da combattimento per rafforzare la rivolta. L'uomo avrebbe fra l'altro dichiarato che il padre potrebbe suicidarsi o rifugiarsi in America Latina.

Spari nel mercato di Tripoli
Uno degli inviati della Cnn in Libia ha confermato che è in corso una battaglia "sanguinosa" nel mercato del venerdì a Tripoli. "Si spara a casaccio" ha riferito con un messaggio via twitter, precisando che secondo fonti mediche i morti tra i manifestanti nei diversi scontri in Libia sarebbero 17.

Liberata la città di Misurata
"Misurata è stata liberata dai rivoluzionari": è quanto sostengono i ribelli, riferendo di aver strappato al regime la terza città del Paese, 150 km a Est della capitale Tripoli. Secondo quanto sostengono i rivoltosi, la prossima base aerea militare è a 4 km di distanza da Misurata. "Ci sono una trentina di martiri fra di noi", dicono, ma i combattenti "vogliono lanciare un nuovo assalto contro la base".

Tripoli, aeroporto in mano ai manifestanti
L'aeroporto internazionale di Maatiqa, a Tripoli, è caduto nelle mani dei manifestanti. Secondo la tv araba al Jazeera i militari che sono presenti al suo interno hanno aderito alla rivolta contro Muammar Gheddafi.

Ue, allo studio azioni scontro la Libia
Da Budapest, dove si riuniscono informalmente i ministri della Difesa della Ue, l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione, Catherine Ashton, ha dichiarato che l'Europa prenderà al più presto "misure" finalizzate a porre fine alla repressione di Gheddafi. Allo studio c'è un embargo sulle armi ma - di rilievo militare - anche l'imposizione di una ''no fly zone'' per impedire bombardamenti aerei di manifestanti e rivoltosi. Un ex ministro di Gheddafi ha messo in guardia che il colonnello e' disposto a tutto, anche a usare bombe chimiche o batteriologiche.

"I Gheddafi moriranno in Libia"
Seif Al-Islam, uno dei figli di Gheddafi, ha assicurato che la sua famiglia rimarrà a qualunque costo in Libia. In un'intervista alla Cnn turca Al-Islam ha avvertito che non permetterà a "un pugno di terroristi" di controllare una parte del Paese. "Il nostro piano A è di vivere in Libia e di morirci. Il piano B è di vivere in Libia e di morire lì", ha spiegato.

Scontri a Tripoli, cinque morti
Sono almeno cinque i manifestanti uccisi in scontri a Tripoli, nel quartiere Janzour. Lo ha riferito un testimone.

Proteste e spari fuori da moschea
Manifestazione anti Gheddafi subito repressa dalla polizia alla fine della preghiera del venerdì nella moschea di piazza Algeria, nel centro di Tripoli, a pochi passi dalla Piazza Verde. Un dimostrante ha annunciato iniziative analoghe in tutte le moschee della città. Gli insorti si erano recati davanti al luogo di culto per contrapporsi a una manifestazione di sostenitori di Gheddafi.

Sms: "Vietate le manifestazioni"
Il regime libico invia ai cittadini messaggi sms in cui vieta le proteste contro Muammar Gheddafi e invita la gente a tornare al lavoro e alla vita quotidiana. Altri messaggi affermano che le scuole verranno riaperte.

Ue: "Evacuazione continua"
C'è "preoccupazione" nell'Ue per la possibilità che il regime libico cerchi di prendere in ostaggio i cittadini europei ancora presenti in Libia. Lo ha ammesso la portavoce della rappresentante europea per gli Affari esteri, Cecilia Malmstrom, precisando che pero' ''l'evacuazione sta andando avanti e stiamo facendo tutti gli sforzi possibili". 

Migliaia di manifestanti a Tunisi
Migliaia di manifestanti si sono riuniti per le strade di Tunisi per la "giornata della rabbia" contro il regime di Gheddafi in Libia. La dimostrazione è la più imponente da una settimana. I manifestanti chiedono anche le dimissioni del primo ministro tunisino ad interim, Mohamed Ghannouchi. La capitale è circondata da elicotteri che sorvolano la zona con uno spiegamento consistente di forze di sicurezza.

Ue: "Nel Paese ancora 3.600 europei"
In Libia ci sono ancora 3.600 europei che dovrebbero essere evacuati, ma circa il 20% ha la doppia nazionalità. Mentre i rimpatri effettuati sono 3.400. Lo ha detto un portavoce della Commissione Europea per fare il punto sull'evacuazione dei cittadini comunitari dalla Libia.

Famiglia Gheddafi: "Resteremo fino alla morte"
La famiglia di Muammar Gheddafi intende restare in Libia fino alla morte: lo ha detto Saif al-Islam, il secondogenito degli otto figli del colonnello, alla Cnn turca. "Il piano A è di vivere e morire in Libia, il piano B è di vivere e morire in Libia, il piano C è di vivere e morire in Libia". I figli del colonnello hanno messo da parte le gelosie nel tentativo di salvare il padre e loro stessi.

Dipendenti Bonatti bloccati a frontiere con Tunisia
Dovevano raggiungere Djerba per prendere un volo che doveva portarli a Roma: ma sono rimasti bloccati alla frontiera tra Libia e Tunisia. E' il gruppo di 150 persone, per lo più thailandesi e cinesi, ma anche una decina di italiani, tutti dipendenti della società Bonatti Spa, che aveva intrapreso da giovedì un viaggio di trasferimento con alcuni camion per cercare di arrivare allo scalo aereo tunisino "Melita". La Farnesina e le ambasciate d'Italia a Tripoli e Tunisi stanno seguendo il caso.

Parigi, assaltata ambasciata libica
L'ambasciata libica a Parigi è stata assalatato da un gruppo di sostenitori della rivolta che ne ha preso il totale controllo. L'ambasciatore si è dimesso.

Da Ue 3mln aiuti
La Commissione europea ha deciso di dare aiuti per tre milioni di euro per far fronte alle necessità umanitarie venutesi a creare in Libia e nei Paesi vicini.

La Russa: "Armi? A Gheddafi non dato neanche un coltellino"
"Il ministero della Difesa non ha dato neanche un coltellino" alla Libia. E' la replica del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a chi, come il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, afferma che l'Italia ha ceduto armi al regime di Gheddafi. "La cessione di armi non è neanche prevista dal Trattato - spiega -è prevista soltanto una collaborazione industriale nel settore che, tra l'altro, non è operante. Anzi si prevede una collaborazione per il disarmo. Lo ripeto non c'è stato nessuno scambio di armi da parte della Difesa". 

La Russa esclude intervento militare
"Non c'è alcun segnale di interventi". Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, risponde a chi gli chiede sesi stia valutando un intervento militare internazionale, dell'Ue o di organismi internazionali, per porre fine agli scontri in Libia. "E' un argomento delicato - aggiunge - Per ora il caso non si pone".

Immigrazione, Napolitano: scossa per l'Ue
''Credo che sulla volontà di portare avanti una politica euromediterranea anche in tema di immigrazione ed asilo, che ha scarseggiato, quanto sta accadendo rappresenta una scossa talmente forte e brusca da permettere di superare le situazioni, attendismi, elusività ed ambiguità del passato'': lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da Berlino. Il capo dello Stato puntualizza: ''L'importante è che dall'Ue arrivi un forte messaggio politico di disponibilità ed impegno a cooperare per lo sviluppo dell'area del Mediterraneo, ed anche un forte rinnovato impegno per una politica comune in tema di immigrazione ed asilo''.

Gheddafi chiese aiuto a Lufthansa per fuga
''Mercoledì Gheddafi aveva chiesto assistenza alla Lufthansa per effettuare verifiche e preparare i suoi aerei privati. Ma la compagnia di volo si è rifiutata. E' possibile che per questo motivo sia stato costretto a decidere di non partire più''. A riferirlo è il presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai) Foad Aodi.

La Russa: "Italiani senza viveri? Rimedieremo"
''Abbiamo notizia che nel sud est della Libia ci sono italiani che hanno finito i viveri: li recupereremo''. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa. ''Abbiamo già predisposto le operazioni per raggiungere i nostri connazionali - ha proseguito il ministro - e attendo solo il via libera della Farnesina. Non voglio, infatti, decidere da solo. La mia prima preoccupazione - ha concluso - è il recupero di tutti gli italiani che si trovano in quelle zone''.

Petrolio, "manterremo i contratti"
"I contratti petroliferi che sono legali e nell'interesse dei cittadini libici saranno mantenuti. Lo ha detto un membro della coalizione che controlla Bengasi.

Frattini: chi compie atti così orribili non uò essere sostenuto"
"Noi non possiamo sapere che cosa accadrà, però è chiaro che chi ha compiuto questi atti così orribili non puo' essere evidentemente in nessun modo sostenuto dalla comunità internazionale e quindi neanche dall'Italia, ovviamente": lo ha detto a Berlino il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a chi gli chiedeva se l'Italia è disposta ad appoggiare un altro eventuale governo libico guidato dal colonnello Gheddafi o dai suoi sostenitori.

Si muove l'Ue
L'Unione europea ha dichiarato che prendera' delle ''misure'' per fare uscire la Libia dalla violenza al più presto.

Troppo tardi?
Il governo libico ha aumentato gli stipendi, alzato i sussidi per il cibo e ordinato indennita' speciali per tutte le famiglie. Lo riferisce la televisione di stato.

Nuove istituzioni
"I ribelli libici che hanno preso il controllo della Cirenaica stanno preparando delle istituzioni indipendenti per gestire l'amministrazione delle città da loro liberate". E' quanto ha affermato l'ex ministro dell'Interno libico, Abdel Fattah Yunis, in un'intervista alla tv satellitare 'al-Arabiya'.

Per protesta
Il procuratore generale libico, Abdelrahman Al-Abbar, ha annunciato le sue dimissioni per protesta contro il regime di Muammar Gheddafi. In un videomessaggio diffuso dalla tv araba Al Jazeera, il procuratore ha affermato: "Mi dimetto perché non posso accettare che sia stato versato tutto questo sangue del mio popolo".

Usa-Ue: "Urgente assistenza umanitaria"
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il premier italiano, Silvio Berlusconi, il presidente francese, Nicholas Sarkozy e il premier britannico, David Cameron, hanno convenuto che è necessario e urgente "pianificare" azioni coordinate per una adeguata "assistenza umanitaria". I quattro leader - ha precisato la Casa Bianca - si sono detti d'accordo "per mantenere sulla situazione in Libia consultazioni ravvicinate nei giorni a venire".

Obama a Berlusconi: "Agire insieme"
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha telefonato al premier Silvio Berlusconi. I due leader hanno avuto una lunga conversazione nella quale hanno scambiato informazioni e valutazioni sulla situazione che si è creata in Libia. Al termine hanno concordato di continuare a tenersi strettamente in contatto, lavorando insieme per fronteggiare la crisi e le sue possibili conseguenze.