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Siria, attivisti: "Assad ha usato il gas per uccidere il maggior numero possibile di civili"

Alkebryta e Mohammad sono due attivisti siriani. Questa notte hanno assistito al massacro avvenuto nei dintorni di Damasco dove il regime ha attaccato con gas nervino uccidendo almeno 1.300 civili: "Ha colpito di notte per coglierli nel sonno", raccontano a Tgcom24

Reuters

"Il regime voleva colpire la popolazione, i civili, non i ribelli. Non è la prima volta, perché vuole spaventare la gente e metterla contro chi combatte Assad". Così Alkebryta, attivista siriano di Ghouta, spiega a Tgcom24 la strategia del governo siriano che ha portato, secondo quanto denunciato dai gruppi ribelli, all'uso di armi chimiche nei dintorni di Damasco e alla morte di oltre mille persone.

"Per ora i morti accertati sono 1221 - spiega ancora Alkebryta -, ma molte case non sono ancora state raggiunte. Il bilancio potrebbe essere ben peggiore".

Tra i testimoni del massacro anche Mohammad Ammar Abo, fotografo siriano, da circa due anni attivista del gruppo "Jisreen Revolution", fra i primi ad arrivare nelle zone colpite. 

"I bombardamenti sono partiti dal monte Qasioun, zona spesso presa di mira dalle forze di Assad - racconta Mohammad -. Hanno colpito l'area a sud di Damasco e più precisamente le zone tra le cittadine di Zamalka e Ayn Turma, Hazeah e Jobar. L'attacco è avvenuto alle due di notte, dagli aerei sono state sganciate granate contenenti gas. A quell'ora la maggior parte delle persone stavano dormendo nelle loro case".

Quali prove ci sono che siano state usate armi chimiche?
"Secondo i medici, le vittime sono state uccise da gas tossici come il sarin. Molti dei dottori che si sono trovati di fronte feriti e morti nel bombardamento sono stati da subito particolarmente colpiti dall'odore dei corpi. Il sarin è un gas nervino inodore, ma fra le conseguenze c'è una progressiva perdita del controllo delle funzioni corporee, spesso si verifica vomito e perdita di urina e feci".

"Ho visto centinaia di persone arrivare con allucinazioni e crisi di asfissia. Le pupille erano dilatate e il colore dell'iride cambiato. Avevano crampi e tremori in tutto il corpo".

I video che rimbalzano del web raccontano i momenti drammatici di questa notte "ma si può solo avere un'idea di quanto realmente è successo"- spiega Alkebryta.

Cosa avete trovato quando siete arrivati suoi luoghi del massacro?
"Siamo intervenuti pensando a un bombardamento "comune", ma al nostro arrivo abbiamo capito che dovevano essere state usate armi chimiche. Molte persone erano morte nei loro letti, altri sono decedute mentre cercavano di raggiungere i rifugi nei sotterranei delle proprie abitazioni o dentro i rifugi stessi, assolutamente inadatti a proteggerli da un attacco con armi chimiche". 

Cosa è accaduto nello specifico questa notte?
"Qualcuno ha sentito cadere le granate e si è accorto che qualcosa non andava. Chi è riuscito, ha provato a chiudere le finestre e chiedere aiuto. Chi ne ha avuto la possibilità ha provato a raggiungere l'ospedale, ma soprattutto per i bambini c'è stato poco da fare: nella maggior parte dei casi sono morti velocemente e non hanno fatto in tempo ad essere curati. Qui ci sono pochi dottori e ancora meno ambulanze e mezzi di soccorso. Abbiamo allertato l'Onu in Siria ma non abbiamo avuto risposta".

Il governo ha negato ufficialmente che siano state usate armi chimiche e ha dichiarato che la notizia sia stata usata dai ribelli come tattica per ostacolare il lavoro degli Osservatori Onu...
"E' normale che il governo neghi quello che ha fatto, non si può chiedere ad un assassino se ha ucciso qualcuno e aspettarsi che confessi. Gli Osservatori delle Nazioni Unite potrebbero salvare il Paese, denunciando quello che sta avvenendo, raccogliendo le prove sui luoghi del massacro. Ma sarà difficile se restano nei loro alberghi. Inoltre gli Osservatori vengono tenuti in zone lontante da qui e dai luoghi dove avvengono le carneficine e in luoghi controllati al 100% dal regime".

Perché il regime avrebbe colpito con le armi chimiche, massacrando la popolazione?
"Non è la prima volta che il regime attacca con armi chimiche e non sarà certamente l'ultima. Hanno scelto il gas per colpire la popolazione, i civili, per metterli contro i ribelli. La gente ha paura: vede che i militari di Assad si permettono tutto, senza che la comunità internazionale intervenga".

"L'attacco non è avvenuto per caso di notte: le prove dell'uso del gas non sono infatti più rilevabili dopo 12 ore e quindi già adesso non ci sono segni dell'uso di armi chimiche. Il regime lo ha fatto in modo da non rendere possibile agli osservatori di arrivare in tempo. Adesso possiamo solo aspettare il prossimo attacco".