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Australia, stop ai barconi di immigrati

Il governo non accetterà altre imbarcazioni di profughi, i quali verranno invece fatti deviare verso la Papua Nuova Guinea, paese travolto da unʼesplosione di violenza

Ap/Lapresse

Kevin Rudd e Peter O'Neil, rispettivamente premier di Australia e Papua Nuova Guinea, hanno raggiunto un accordo definitivo in merito alla questione degli immigrati: il documento firmato a Brisbane consentirà il reinsediamento dei richiedenti asilo nel vicino stato-arcipelago, il quale è stato recentemente etichettato come uno dei luoghi più violenti del mondo.

Il primo ministro australiano ha dichiarato che "D'ora in poi i richiedenti asilo che arrivano in Australia via mare non avranno alcuna possibilità di stabilirsi nel nostro Paese come profughi, se saranno riconosciuti come profughi genuini, saranno reinsediati in Papua Nuova Guinea". Questo accordo, valido per i prossimi dodici mesi e soggetto a revisione annuale, è frutto di una lunga lotta politica per contrastare il fenomeno dell'immigrazione che ha colpito il Paese negli ultimi anni.

La decisione ha fatto scalpore perché lo stato che ospiterà i nuovi profughi è travolto da una spirale di violenza: secondo l'Unicef i figli della Papua Nuova Guinea sono tra i più vulnerabili del pianeta, a causa dei tassi estremamente elevati di sfruttamento, brutalità della polizia e  detenzione di giovani delinquenti nelle carceri per adulti. Il Paese consente cinque forme di pena di morte, mentre sono ancora illegale l'omosessualità e l'adulterio.

Solo nell'ultimo anno, oltre 14 mila richiedenti asilo, in maggioranza iraniani, iracheni, afghani, hanno raggiunto l'Australia su barconi provenienti perlopiù dall'Indonesia. Circa 240 persone sono annegate durante i naufragi. Rudd ha descritto la decisione come molto dura, ma "la nostra responsabilità come governo - ha concluso - è di assicurare un sistema di sicurezza sui confini".