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Datagate, l'Europa agli Usa: negoziati a rischio

Potrebbero saltare gli accordi sul libero scambio dopo gli ultimi scandali. Gli Stati Uniti: "Risponderemo attraverso canali diplomatici". Ed è sempre più incerto il destino di Snowden

Reuters

E' gelo tra Europa e Stati Uniti per lo scandalo Datagate che si allarga sempre di più. E, come rivela lo Spiegel, arriva a coinvolgere pienamente anche l'Italia, nel mirino dello spionaggio americano assieme a Germania, Francia e istituzioni europee. A rischio ora finiscono addirittura le trattative tra le due sponde dell'Atlantico per costruire l'area di libero commercio più grande del mondo. Dovevano iniziare presto, ma "non si possono cominciare" se c'è "anche il minimo dubbio" che gli Usa hanno spiato e forse continuano a spiare la Ue, minaccia la vicepresidente della Commissione, Viviane Reding. Mentre da Berlino fanno notare che lo spionaggio ''si fa tra nemici'' e tutto questo fa ripiombare il Continente in un ''clima da guerra fredda''.

Dopo la lettura sullo Spiegel dei documenti fatti filtrare da Edward Snowden, Bruxelles, Berlino e Parigi hanno chiesto ''immediate spiegazioni'' a Washington. Ma in Europa sembra difficile giustificare con le esigenze dell'antiterrorismo l'infiltrazione nelle reti informatiche delle istituzioni comunitarie, la registrazione di milioni di telefonate e l'aver messo nel mirino non solo gli uffici Ue in America e a Bruxelles ma anche in maniera massiccia la città di Francoforte, sede della Banca Centrale Europea e della Bundesbank, oltre che dei maggiori istituti di credito tedeschi. E mentre nei palazzi europei monta la furia, da Washington arriva un imbarazzato silenzio. Rotto solo da una laconica dichiarazione di un portavoce della Nsa secondo cui il governo degli Stati Uniti è pronto a chiarire attraverso ''canali diplomatici'' con l'Europa e i singoli governi, ma non intende commentare in pubblico le rivelazioni.

I servizi segreti italiani invece smentiscono seccamente l'altra rivelazione fatta - ma poi ritirata - dal 'Guardian', secondo la quale l'Italia, assieme ad una serie di altri paesi europei, avrebbe collaborato attivamente con gli Usa, fornendo dati personali. ''Falsita''' veicolate da ''un personaggio inaffidabile'', le definiscono fonti dell'intelligence italiana. Che precisano come la collaborazione con gli Usa sia sì aumentata dopo l'11 settembre 2001, ma ''riguarda la difesa del nostro Paese da azioni terroristiche e dei nostri contingenti all'estero, non certo la raccolta e la condivisione di banche dati personali, che peraltro è anche vietata dalla nostra legge''. Il Copasir comunque ha annunciato che ''martedì prossimo'' saranno chieste verifiche agli stessi servizi.

Di sicuro sul tavolo del Copasir finirà anche il grafico pubblicato dallo Spiegel che dimostra come i tentacoli della Nsa - attraverso il programma Boundless Informant - si siano allungati anche sulle comunicazioni in Italia (e in Francia), sebbene in misura ridotta rispetto alla Germania. Nel grafico si può osservare la curva delle intercettazioni dei metadati telefonici dall'Italia, che tra il 10 e il 19 dicembre 2012 si aggiravano costantemente intorno ai 4 milioni al giorno, per poi calare rapidamente fino ad arrivare a zero il 25 dicembre.

Napolitano: urgono risposte soddisfacenti - Quella dei problemi nel rapporto tra le istituzioni Ue e l'amministrazione Usa sul cosiddetto datagate ''e' una questione spinosa che dovra' trovare delle risposte soddisfacenti'', ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti a Zagabria.

''Se è vero, è un enorme scandalo'', aveva detto Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, che avrà il caso dello spionaggio nell'ordine del giorno della plenaria della prossima settimana a Strasburgo. Consiglio e Commissione europee hanno fatto sapere di aver chiesto ''immediate spiegazioni'' agli Stati Uniti e ai servizi di sicurezza di investigare e correre ai ripari. Fonti del Consiglio fanno pragmaticamente notare che ''lo spionaggio esiste'' e che ''i sistemi ed i controlli di sicurezza ci sono per questo'', ricordando che il caso scoppiato in queste ore ha almeno un precedente: nel 2003 vennero scoperte microspie nei palazzi di Commissione e Consiglio, ma il successivo processo non arrivò a nessuna conclusione.

Intanto però la vicepresidente della Commissione e responsabile per la Giustizia, Viviane Reding, ha ventilato possibili gravi conseguenze. Parlando ad un evento pubblico in Lussemburgo, ha fatto notare che ''i partner non si spiano l'uno con l'altro''. ''Non possiamo negoziare un grande mercato transatlantico se c'è anche il minimo dubbio che i nostri partner fanno attività di spionaggio negli uffici dei nostri negoziatori'', ha avvertito la Reding. Irritazione ai massimi livelli anche a Berlino e Parigi. In Francia il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha parlato di ''fatti inaccettabili, se confermati''. In Germania la ministra della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ha definito ''inconcepibile'' lo spionaggio tra Paesi che dovrebbero essere ''amici'' ed ha affermato che ''se le notizie saranno confermate, la vicenda ricorda l'atteggiamento che si teneva tra nemici durante la guerra fredda''. E la procura federale di Karlsruhe sta verificando se ci sono ipotesi di reato per l'eventuale apertura di indagini formali.

Intanto si fa sempre più incerto il destino di Edward Snowden, la talpa della Nsa ancora confinata nell'area transiti dell'aeroporto di Mosca. Dopo la disponibilita' iniziale alla richiesta di asilo, oggi il presidente ecuadoriano Rafael Correa ha passato il cerino nelle mani della Russia: ''Dipende dalle autorita' russe se Snowden puo' lasciare l'aeroporto di Mosca per un'ambasciata ecuadoriana'', ha spiegato, precisando che il suo governo non puo' esaminare la richiesta di asilo finche' l'ex analista non arrivi in Ecuador o in una sua ambasciata.