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Brasile con il fiato sospeso, proteste in 60 città A rischio la visita di Papa Francesco a luglio

Continuano le manifestazioni contro la corruzione dei partiti e le spese per i mondiali di calcio del 2014. La Fifa starebbe ipotizzando di spostare allʼestero la fase finale della Confederations

Ap/Lapresse

Situazione ancora "esplosiva" in Brasile. Dopo le ultime manifestazioni, in cui sono scese in piazza oltre un milione di persone in 388 località, altri cortei di protesta hanno invaso almeno 60 città del Paese. La gente manifesta contro la corruzione dei partiti e le spese per i mondiali di calcio del 2014. Due i morti nelle ultime 24 ore. La Fifa starebbe pensando di spostare all'estero la fase finale della Confederations.

Saccheggi a Rio de Janeiro - Gruppi di manifestanti hanno saccheggiato negozi nella zona ovest di Rio de Janeiro, altri hanno bloccato l'autostrada che collega la città con San Paolo. Nel Paese è atteso, intanto, un appello televisivo alla nazione della presidente brasiliana Dilma Rousseff. Secondo i media locali, il messaggio dovrebbe essere registrato a breve. 

Allarme bomba in due ministeri - A conferma che la situazione resta sempre tesa,  la polizia militare ha evacuato l'edificio che ospita i ministeri della Cultura e dell'Ambiente, a Brasilia, dopo la segnalazione anonima della presenza di una bomba. Sul posto sono arrivate squadre di artificieri. Il presidente Roussef ha convocato il gabinetto di crisi.

Confederations, Italia: "Falso che ci ritiriamo" - "Non abbiamo mai nemmeno preso in esame l'ipotesi di ritirarci dalla Confederations Cup". Così Demetrio Albertini, vicepresidente Figc e capodelegazione azzurro, smentisce le indiscrezioni dei media brasiliani. "Che vogliamo ritirarci è una totale invenzione", ha aggiunto Albertini dal ritiro in Salvador de Bahia. I media locali confermano le manifestazioni previste prima e durante la partita con il Brasile. Le misure di sicurezza, fanno sapere le stesse fonti, sono state raddoppiate. I manifestanti, infatti, potrebbero sfruttare l'attenzione dei media per il match per compiere azioni eclatanti.

Fifa: "Mai chiesto l'annullamento del torneo" - "Ultimatum della Fifa al governo brasiliano: o è assicurata l'incolumità di squadre e dirigenti, o la Confederations sarà sospesa". Così avevano titolato alcuni siti brasiliani, secondo i quali il messaggio è stato recapitato alla presidente Roussef. Ma la Fifa ha diffuso un suo comunicato, negando qualsiasi ipotesi di stop. "La Fifa appoggia il libero diritto di espressione che consente a qualsiasi persona di protestare. Condanniamo la violenza. E abbiamo totale fiducia nelle autorità brasiliane, con le quali siamo in contatto continuo", ha affermato il portavoce Pekka Odrizola.

Ma si ipotizza lo spostamento della fase finale all'estero - La Fifa starebbe però pensando di far disputare la fase finale della Confederations Cup fuori dal Brasile. La notizia, rilanciata da diversi siti, non ha ancora trovato una conferma ufficiale, ma già si parla di semifinali e finali giocate in Europa, negli Usa o in Cina.

Due le vittime nelle ultime 24 ore - Seconda vittima delle proteste in atto da due settimana in Brasile. Cleonice Vieira, 54 anni, è stata stroncata da un infarto durante una manifestazione nello Stato amazzonico di Parà. Secondo alcuni testimoni, la donna - una spazzina del comune che stava ripulendo le strade con alcuni colleghi - sarebbe crollata a terra dopo l'esplosione di una bomba carta lanciata da un gruppo di manifestanti. Ieri, Marcos Delefrate, 18 anni, è stato investito e ucciso da un auto durante un raduno nello Stato di San Paolo.

Allerta per la visita del Papa a luglio - Le dimostrazioni anti-governative in diverse città del Brasile potrebbero far saltare la visita del Papa a Rio de Janeiro, in programma dal 22 al 28 luglio. Lo ha ammesso il segretario generale della presidenza, Gilberto Carvalho, dopo una riunione sul viaggio del Pontefice in occasione della Giornata mondiale della gioventù. "Siamo preoccupati. Quello che sta accadendo può influenzare la visita", ha detto Carvalho.