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Brasile, "rivolta non solo contro i Mondiali"
"E' esplosa la rabbia di un popolo intero"

Da San Paolo la giornalista Maria Zuppello spiega cosa cʼè davvero dietro i disordini. "Lʼaumento del costo del biglietto dellʼautobus - racconta a Tgcom24 - è la miccia che ha acceso le proteste"

Tgcom24

La situazione a San Paolo, in Brasile, è tornata sotto controllo dopo gli scontri di martedì notte che hanno infiammato le strade della città. Ma la protesta contro le spese folli sostenute dal governo per i Mondiali di calcio 2014 non si placa: "Sono attese altre manifestazioni", racconta da San Paolo la videogiornalista Afp Maria Zuppello. A Tgcom24 spiega: "L'aumento del costo del biglietto dell'autobus è stata solo la miccia".

Dopo gli scontri, com'è la situazione ora a San Paolo?
Al momento tutto è tornato alla normalità. Le strade di San Paolo si sono placate dopo i violenti scontri della notte, ma le ragioni della protesta non si affievoliscono. La manifestazione organizzata doveva essere pacifica: a sfilare contro le spese folli sostenute dal Brasile per i Mondiali del 2014 c'erano lavoratori e studenti, giovani ma anche anziani. Poi, però, a causa di alcuni estremisti che hanno iniziato a distruggere i negozi e hanno tentato l'assalto al palazzo del comune la situazione è degenerata, trasformandosi in uno scenario di guerriglia urbana.

La situazione è sfuggita di mano...
Proprio così, soprattutto quando è intervenuta la polizia militare (quella autorizzata a sparare) che ha iniziato a utilizzare i proiettili di gomma. Le forze dell'ordine hanno sparato indistintamente sulla folla, colpendo manifestanti e giornalisti. Un reporter è stato ferito a un occhio, è stato quasi accecato.



I disordini sono legati ai costi folli per i Mondiali e all'aumento del costo del biglietto dell'autobus, ma quali sono le vere ragioni della protesta?
L'aumento del costo del biglietto dell'autobus è la miccia che ha acceso il tutto, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Di fatto si tratta di un aumento minimo (di circa 10 centesimi di euro), ma dall'altra parte ci sono i milioni spesi per costruire stadi in posti impensabili, come nella foresta amazzonica. E questo, insieme alla corruzione dilagante nel Paese, ha portato la gente in piazza. L'autobus è il mezzo usato dai più poveri, dagli abitanti delle favelas: il rincaro è stato visto come un affronto. Il boom economico vissuto dal Brasile non ha portato con sé un miglioramento delle condizioni sociali e la tensione è esplosa.

Ora come reagirà il governo? Diminuirà il costo del biglietto per placare gli animi?
Quello che tutti i 19 milioni di abitanti di San Paolo si aspettano è proprio una diminuzione: sarebbe la prova che le ragioni della protesta vengono capite e ascoltate. La presidente Dilma Rousseff, dopo il silenzio iniziale, ha parlato e ha detto di comprendere il malcontento. In alcuni paesi della periferia il biglietto è già stato ridotto e farlo anche a San Paolo, la capitale finanziaria del Brasile, sarebbe la conferma della volontà di venire incontro ai meno abbienti. Il summit tenutosi tra Rousseff e l'ex presidente Lula fa ben sperare. Le manifestazioni, però, continueranno a San Paolo e in moltissime altre città. Speriamo stavolta restino pacifiche.