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Scontri in Turchia, tre manifestanti morti

Il premier punta il dito contro "gruppi estremisti" sostenuti da nemici esterni al Paese. Duri scontri ad Ankara: 700 arresti e 170 feriti. Associazione per diritti umani: "Morti manifestanti"

Ap/Lapresse

Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che la rivolta antigovernativa ha "collegamenti esteri" ed è organizzata da "gruppi estremisti". Dopo gli scontri a Istanbul, Ankara e Smirne, Erdogan ha lanciato un appello alla calma: "Tutto sarà superato". Sale intanto a tre il numero dei manifestanti rimasti uccisi negli scontri. Secondo i media sono 170 i feriti nella capitale e 700 gli arrestati.

La prima vittima si chiama Ethem Sarisuluk, ed era stato ferito ad Ankara con un colpo di arma da fuoco alla testa. Il secondo, di 20 anni, è morto a Istanbul dopo che un taxi si è lanciato contro la folla che manifestava. A renderlo noto l'associazione dei medici turchi. La terza vittima, Abdullah Comert, morto nella notte di lunedì, era rimasto ferito da un colpo di arma da fuoco durante gli scontri nel sud del Paese.

A Smirne, i manifestanti hanno lanciato bombe molotov negli uffici del partito Akp, provocando piccoli incendi. A Istanbul, sono state danneggiate le fermate dei bus e diverse strade dove i manifestanti hanno usato i segnali stradali per costruire barricate.

Sui social network continuano a circolare foto e video sulla feroce repressione da parte della polizia turca della protesta negli ultimi giorni. I manifestanti, che chiedono le dimissioni del premier, denunciano la "censura" esercitata nei confronti del movimento di protesta da parte delle principali tv turche, che accusano di obbedire alle direttive del governo, e affermano che i collegamenti con internet spesso vengono interrotti nelle aree in cui l'uso eccessivo della forza contro i manifestanti è stato criticato dalla stampa internazionale e da molte capitali estere. Secondo Amnesty International cinque delle centinaia di feriti sono in pericolo di vita.

Mentre Erdogan ha lasciato il Paese per una visita di tre giorni in Marocco, Algeria e Tunisia, dai social network parte il tam tam dei manifestanti che invitano gli amici del Maghreb a protestare anche loro dopo gli attacchi violenti della polizia.

Il Capo di Stato turco invita alla ragione - 
Il capo di Stato turco Abdullah Gul ha invitato i manifestanti "alla ragione" ed a porre fine al movimento di protesta, riferisce l'agenzia Anadolu. "Invito tutti i miei concittadini alla ragione. Tutti devono rispettare le regole, e se vogliono esprimere le loro opinioni devono farlo in maniera pacifica", ha affermato il presidente turco, aggiungendo che "i messaggi di buona volontà sono stati ricevuti".

Media: "700 arresti e 170 feriti ad Ankara" - La polizia turca ha di nuovo caricato con violenza migliaia di manifestanti, fra cui molti studenti liceali, nel quartiere di Kizilay, nel centro di Ankara. Le forze antisommossa hanno usato anche cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Secondo il quotidiano Hurriyet online, 700 persone sono state arrestate oggi nella capitale. I feriti sono 170, tre dei quali gravi. I manifestanti hanno diffuso sul web foto di giovani con apparenti ferite gravi alla testa.

Erdogan: situazione verso la normalità - Il premier Erdogan si è detto fiducioso che le manifestazioni stiano tornando sotto controllo. "La situazione si sta calmando - ha assicurato Erdogan dal Marocco, dove è giunto oggi regolarmente nell'ambito di una prevista missione in Nord Africa - , al mio ritorno da questa visita i problemi saranno risolti".