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Cina-Giappone, isole contese: blitz di Pechino

Tokyo protesta e convoca lʼambasciatore: "Useremo la forza in caso di sbarco"

Ap/Lapresse

Otto motovedette cinesi sono entrate nelle acque territoriali delle isole Senkaku/Diaoyu, controllate da Tokyo e rivendicate da Pechino. Secondo la guardia costiera giapponese, è il 40esimo blitz dall'inizio dello scontro diplomatico tra i due Paesi partito lo scorso settembre. Il governo giapponese ha convocato l'ambasciatore cinese a Tokyo per protestare "con forza nei confronti della Cina".

Il Giappone è pronto a respingere ogni sbarco cinese alle Senkaku/Diaoyu anche con "l'uso della forza". "Sarebbe normale avviare un allontanamento con la forza in caso di sbarco", ha detto il premier nipponico, Shinzo Abe, in un dibattito parlamentare, rispondendo a una domanda sul tema. Abe ha assicurato che l'attività di sorveglianza nipponica ha lo scopo di "impedire a chiunque di poter sbarcare" sul piccolo arcipelago conteso e disabitato.

Pescherecci giapponesi verso le isole contese - Una flottiglia di una decina di pescherecci giapponesi, con a bordo esponenti di associazioni di nazionalisti, è diretta verso le isole Senkaku/Diaoyu, in una iniziativa che ha lo scopo di ribadire la sovranità nipponica. Partita in nottata dal porto di Ishigaki, riporta la tv Nhk, la spedizione è stata voluta dall'associazione "Ganbare Nippon" (Forza Giappone). A Tokyo, invece, circa 170 parlamentari si sono recati al santuario shintoista Yasukuni, il simbolo per Cina e Corea del Sud del passato militarismo giapponese.