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Mali, Terzi: "L'Italia darà il suo contributo"

Il ministro degli Esteri è intervenuto in Senato durante unʼaudizione sulle missioni internazionali

LaPresse

Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha annunciato che l'Italia è "pronta a un supporto logistico dell'operazione francese" in Mali. Intervenendo al Senato a un'audizione sulle missioni internazionali, Terzi ha spiegato che del tema ha già parlato con il premier Mario Monti e con il collega della Difesa Giampaolo Di Paola.

L'operazione militare avviata dalla Francia con un altro gruppo di Paesi "è in linea con la risoluzione 2085 del 20 dicembre scorso del Consiglio di Sicurezza" Onu dopo la richiesta di aiuto del presidente maliano Traore, ha spiegato Terzi.

In questo contesto il governo italiano intende muoversi su tre linee: sul piano politico "ribadire con chiarezza il pieno sostegno italiano all'intervento nel ambito della risoluzione" Onu e parallelamente a "quanto si sta facendo a livello Ue" fornire "un supporto logistico all'operazione" di cui "abbiamo già parlato con Monti ed il ministro Di Paola", ha ribadito Terzi.

Infine nella riunione straordinaria dei ministri degli Esteri domani a Bruxelles sarà ribadita la "assoluta urgenza di avviare la missione di 250 uomini formatori da inviare a Bamako per contribuire alla formazione e l'addestramento di un esercito maliano" che finora "non ha saputo far fronte alla sfida", aggravata dalle incertezze politiche che hanno seguito il colpo di stato nel Paese.

Cosa sta succedendo in Mali
I ribelli islamisti rafforzano le proprie posizioni nel centro del Mali, fissando avamposti stabili per un'avanzata verso Bamako. La Francia, intanto, rafforza il suo contingente sul campo e moltiplica i contatti diplomatici per ottenere supporto. Ed il presidente francese, Francois Hollande, puntualizza che i militari francesi lasceranno il Mali solo quando ci saranno ''autorità legittime'', un ''processo elettorale'' e la ''minaccia'' dei ribelli sarà finita. Al centro degli scontri resta la cittadina di Diabaly, conquistata il 14 gennaio dagli islamisti e colpita durante la notte da ripetuti attacchi aerei, che pur avendo ''centrato i loro obiettivi'' non sono riusciti a scacciare i ribelli. Testimoni hanno riferito di aver visto centinaia di soldati maliani e francesi in marcia verso la cittadina per tentare un nuovo attacco, stavolta da terra.

La città di Konna ancora in mano agli islamisti
Continuano poi i bombardamenti su un'altra città strategica, Konna, ancora nelle mani degli islamisti. Più calma la situazione nel nord, dove gli jihadisti dei gruppi armati Ansar Dine e Mujao hanno abbandonato le loro postazioni a Gao, bersaglio di raid aerei francesi nel fine settimana, e a Timbuctù e Kidal, occupate da oltre nove mesi. Un ''ripiegamento strategico'' verso le alture circostanti, spiegano gli esperti, con il chiaro obiettivo di sfruttare la conoscenza del deserto dei miliziani e permettere loro di raccogliere forze e approvvigionamenti. Il timore è ora che si possano rifugiare nei Paesi vicini, a cominciare dalla Mauritania, che ha chiuso le frontiere ma potrebbe avere difficoltà a sorvegliare centinaia di chilometri.

La Francia prepara una duplice controffensiva
Nel frattempo, la Francia prepara una duplice controffensiva, militare e diplomatica. Lo Stato maggiore ha dato il via all'aumento del numero di soldati schierati in Mali che passeranno ''progressivamente'' dagli attuali 750-800 a 2.500. Ieri è giunta a Bamako una colonna di 40 blindati provenienti dalla Costa D'Avorio, dove l'esercito francese ha una presenza permanente dal 2002, a fianco di forze dell'Onu. Per la missione sono inoltre già mobilitati, ha detto dal ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian, ''12 caccia e 5 aerei da rifornimento'', mentre i sei Rafale della base aerea transalpina ad Abu Dhabi sono mobilizzabili in caso di bisogno. Sul fronte diplomatico, Hollande ha approfittato della visita negli Emirati Arabi Uniti per chiedere e ottenere l'aiuto del ricco alleato nel Golfo alla missione in Mali. Un aiuto che sarà per il momento ''umanitario, materiale e finanziario'', ma potrebbe ''eventualmente'' diventare anche militare.

Usa e Germania non invieranno truppe

Non ci saranno invece invii di truppe da parte di Usa e Germania, hanno messo in chiaro durante la giornata i due governi. ''Non prevediamo invii di soldati questa volta'', ha detto il segretario Usa alla Difesa, Leon Panetta, mentre la cancelliera Angela Merkel ha ribadito che l'unica assistenza in arrivo da parte tedesca sarà ''un supporto logistico o un aiuto umanitario''. Dal canto suo, il Belgio ha deciso di fornire due aerei C-130 per le operazioni di trasporto e due elicotteri Agusta A-109 per l'evacuazione dei feriti, operativi da giovedì mattina.

Sempre da Bruxelles, l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Catherine Ashton è tornata a sottolineare il sostegno dell'Unione al Mali e al presidente Traorè, precisando che il ministro degli Esteri maliano sarà presente al Consiglio degli Esteri straordinario, fissato probabilmente per giovedì. Si precisano intanto i contorni dell'intervento militare orchestrato dall'Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, su mandato dell'Onu, che dovrebbe prima affiancare e poi sostituire la presenza francese. Oggi a Bamako si è tenuto un vertice degli Stati maggiori dei Paesi coinvolti, che forniranno alla missione Misna un totale di 3.300 soldati: la maggior parte, 900 circa, arriveranno dalla Nigeria, a cui sara' affidato il comando e dovrebbero essere schierati gia' nelle prossime 24 ore. Sullo sfondo, cominciano ad arrivare le prime stime dell'impatto dell'avanzata islamista e dell'intervento militare sui civili nel Mali. Secondo le cifre diffuse oggi dall'Ufficio per gli affari umanitari dell'Onu, il totale dei rifugiati maliani nei Paesi vicini e' giunto a quota 144 mila, mentre gli sfollati interni sono ormai quasi 230 mila, di cui 30 mila circa fuggiti dopo l'arrivo delle truppe francesi.