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Bin Laden pagò "mazzetta" per il suo bunker

Per poter costruire la casa di Abbottabad, in cui poi fu scoperto e ucciso, il numero uno di Al Qaeda fu costretto a "sganciare" 50mila rupie (meno di 400 euro) ad un funzionario pubblico

Afp

Per poter costruire la casa di Abbottabad, in cui poi fu scoperto e ucciso da un commando Usa il 2 maggio 2011, Osama Bin Laden dovette pagare una "mazzetta" a un funzionario pubblico. Lo ha rivelato il quotidiano pachistano "Jang" secondo il quale anche il terrorista più ricercato del mondo dovette cedere agli implacabili meccanismi di corruzione del Pakistan.

L'ex capo di Al Qaeda fu costretto a "sganciare" la somma di 50mila rupie (meno di 400 euro) a favore di un funzionario amministrativo comunale ("patwari") che solo dopo firmò l'autorizzazione per la costruzione di un edificio di tre piani circondato da una recinzione alta oltre quattro metri.

La vicenda, precisa il giornale, è emersa dalla traduzione del diario su cui Bin Laden annotava i momenti salienti della sua giornata. In esso è appunto menzionata l'autorizzazione data ai suoi collaboratori per il pagamento della somma al funzionario. Quest'ultimo, che era all'oscuro della vera identità del richiedente, è stato successivamente arrestato dalla polizia per concussione, mentre la residenza di Bin Laden è stata demolita dall'esercito pachistano nella seconda metà di febbraio. In essa furono rinvenuti il diario e 137mila documenti.