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Scozia, referendum per l'indipendenza nel 2014

Per la prima volta dal 1707 lʼunità della Gran Bretagna viene messa in discussione

Reuters

Dopo aver perso, alla nel 1919 la Repubblica d'Irlanda, oggi la Corona di Londra rischia di perdere un'altra gemma: la Scozia. Con un referendum che verrà celebrato nel 2014, frutto di un accordo, firmato lunedì, tra il Premier britannico David Cameron e il suo omologo scozzese, Alex Salmond, infatti, la nazione che occupa il Nord della Gran Bretagna potrebbe decidere di staccarsi dall'Inghilterra, per la prima volta dal 1707.

Al momento, il governo di Edimburgo gode di un'autonomia amministrativa simile, anche se più estesa, a quella delle Regioni a statuto speciale del nostro Paese. A Londra, infatti, rimane solo l'amministrazione di tematiche come la politica estera e la politica di difesa. Tutto il resto, giustizia e polizia incluse, sono determinate, in modo, autonomo dalla Scozia.

Il revival del nazionalismo scozzese è nato a partire dal 1989, quando Margareth Thatcher introdusse la Community Charge, una tassa che ogni cittadino adulto doveva pagare, in pratica, solo per il fatto di esistere. Questo balzello fu introdotto in Scozia con un anno di anticipo rispetto al resto del Regno Unito, provocando forti proteste nei confronti di Londra.

Con un referendum del '97, la Scozia chiese più poteri per Edimburgo, poteri che arrivarono, nel '98, con lo Scotland Act che, dal '99, regola i rapporti tra la Scozia e il governo del Regno Unito. Chissà se, a partire dal 2014, verrà ricordato come il primo atto di un processo di indipendenza culminato proprio con il referendum?