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Wikileaks, è scontro Gran Bretagna-Ecuador
Domenica la dichiarazione di Julian Assange

Il fondatore di Wikileaks ha ottenuto lʼasilo diplomatico da Quito, ma Londra non ci sta: "Sarà estradato". Intanto cresce lʼattesa per il discorso previsto di fronte alla sede dellʼambasciata

Ap/Lapresse

Dopo un'attesa durata quasi due mesi, il governo dell'Ecuador ha deciso di concedere l'asilo diplomatico a Julian Assange, fondatore di Wikileaks. Ma il caso è tutt'altro che finito, anzi ha assunto i toni di una guerra diplomatica tra Londra e Quito. La Gran Bretagna ha sostenuto che "se uscirà dall'ambasciata sarà arrestato". Intanto c'è attesa per la dichiarazione dal vivo che Assange farà domenica pomeriggio.

La minaccia di Londra
Il giornalista australiano si era rifugiato lo scorso 19 giugno all'ambasciata di Quito a Londra per sfuggire all'estradizione in Svezia, dove è ricercato per presunte molestie sessuali ai danni di due donne. Da allora era in attesa della decisione. Il Regno Unito aveva minacciato di entrare con la forza nella sede diplomatica del Paese sudamericano per arrestarlo, sostenendo che non concederà alcun salvacondotto al fondatore di Wikileaks. Negata però l'ipotesi di un'irruzione della polizia nell'ambasciata.

Le motivazioni dell'Ecuador
In conferenza stampa, il ministro Patino ha motivato la decisione del governo dell'Ecuador con il fatto che "potrebbe esistere persecuzione politica, se non saranno adottate misure necessarie". "Siamo sicuri - ha aggiunto - che il Regno Unito offrirà ad Assange il salvacondotto necessario e tutte le garanzie associate, in modo che l'Ecuador possa rispettare il diritto internazionale". Patino a poi spiegato che il governo di Quito vuole "mantenere rapporti di amicizia con il Regno Unito, perché condividiamo gli stessi valori su pace, democrazia e benessere, possibili solo rispettando i diritti fondamentali di tutti".

Assange rischia l'incolumità
Il governo dell'Ecuador, ha proseguito ancora Patino, teme "che ci sia un pericolo imminente per Assange. Si potrebbe arrivare a una violazione dei suoi diritti e per questo vogliamo tutelare la sua libertà e la sua sicurezza. Ci sono seri indizi che portano a pensare a vendette da parte dei Paesi coinvolti nelle rivelazioni" di Wikileaks. "Queste rappresaglie - ha sottolineato il ministro - potrebbero avere conseguenze sulla vita e sull'incolumità di Assange". Patino ha poi fatto riferimento all'eventualità che l'australiano possa essere estradato negli Stati Uniti. "Non sarebbe giusto e Assange potrebbe essere giudicato da tribunali speciali o militari. Potrebbe essere condannato alla pena capitale", ha affermato.

Una persecuzione politica
"Assange sa che sarà indagato in Svezia e noi pensiamo che non abbia avuto diritto a una legittima difesa", ha proseguito ancora il ministro ecuadoriano. Il giornalista australiano, ha aggiunto il rappresentante del governo di Quito, non ha avuto "un'assistenza adeguata da parte dello Stato di cui è cittadino" e, nella gestione del processo, il Regno Unito "ha dato la priorità alle proprie leggi nazionali e non al diritto internazionale". Per questi motivi, ha concluso Patino, Assange "potrebbe essere vittima di persecuzione politica per le sue posizioni in materia di libertà di espressione e di stampa e per il rifiuto delle violenze in cui alcuni Paesi indulgono. La sua integrità personale potrebbe trovarsi in pericolo".

La linea dura di Londra
Nonostante le richieste di Ecuador e Wikileaks, il governo britannico si è dimostrato inflessibile. "Non daremo a Julian Assange un salvacondotto per lasciare il Regno Unito. Non ci sono le basi legali per farlo", ha commentato il segretario agli Esteri William Hague. "Il Regno Unito - ha spiegato - non accetta il principio dell'asilo diplomatico. E quei Paesi che lo riconoscono non dovrebbero utilizzarlo per aggirare un regolare processo in un tribunale". L'asilo diplomatico è una forma di asilo politico concesso nei locali di un'ambasciata estera. Il numero uno del Foreign Office ha poi voluto sottolineare che la posizione del Regno Unito "non riguarda le attività del signor Assange in Wikileaks e gli atteggiamenti degli Stati Uniti". "Assange - ha proseguito Hague - è ricercato per rispondere ad accuse di serie molestie sessuali in Svezia", Paese dove vigono "i più alti standard di legge e dove i diritti sono garantiti". Il sito Wikileaks da tempo continua a ribadire l'inesattezza dell'espressione "accusato" riferita ad Assange, poiché le accuse nei suoi confronti in realtà non sono ancora state formulate formalmente. Infine Hague ha voluto rassicurare sul fatto che Londra non ha intenzione "di attaccare l'ambasciata".

La Svezia convoca l'ambasciatore di Quito
Immediata la reazione del governo svedese che, dopo l'annuncio della concessione dell'asilo ad Assange, ha convocato l'ambasciatore ecuadoriano a Stoccolma. "Vogliamo dire loro che è inaccettabile che l'Ecuador provi a fermare il processo giudiziario in Svezia", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri svedese, Anders Jorle.

Il legale di Wikileaks: "Londra conceda il salvacondotto"
A ribadire la necessità che Londra "rispetti gli obblighi diplomatici", concedendo ad Assange "un salvaccondotto" è stato l'avvocato Baltasar Garzón, a capo del team legale che difende il fondatore di Wikileaks. Intervistato dal quotidiano spagnolo El Pais, Garzón ha annunciato che, se Londra non permetterà al suo cliente di lasciare il Paese, gli avvocati "si rivolgeranno alla Corte internazionale di giustizia".

Assange: "Non dimentichiamo Manning"
Poco dopo l'annuncio dell'ok all'asilo politico, Assange ha voluto ringraziare "il popolo dell'Ecuador, il presidente Rafael Correa e il suo governo". "Non è stato il Regno Unito o il mio Paese natale, l'Australia - ha detto il giornalista il un comunicato - ad alzarsi per proteggermi dalla persecuzione, ma una nazione coraggiosa e indipendente dell'America latina". "Se quella di oggi è una storica vittoria - ha continuato Assange - le nostre battaglie sono appena cominciate. L'indagine degli Usa contro Wikileaks deve essere fermata". E proprio in questo senso, il giornalista ha voluto ricordare Bradley Manning, giovane militare accusato di aver passato migliaia di documenti segreti dell'esercito Usa al sito internet, imputazione per cui in autunno sarà processato a Fort Meade, in Maryland. "Anche se oggi gran parte dell'attenzione sarà sulla decisione del governo dell'Ecuador, è importante ricordare che Bradley Manning è detenuto senza processo da oltre 800 giorni", ha detto Assange, che poi ha continuato: "Il compito di proteggere Wikileaks, il suo staff, i suoi sotenitori e le sue presunte fonti continua".