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A Seul una scuola insegna ai nordcoreani come si vive al Sud

La Yeomyung School insegna materie scolastiche, ma anche cosa sono internet o una carta di credito. E soprattutto come vivere nel XXI secolo

A Seul una scuola insegna ai nordcoreani come si vive al Sud - foto 1
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Sono più di mille le persone che ogni anno fuggono dalla Corea del Nord.

Quando superano il confine, si lasciano alle spalle la povertà, la fame e l'assenza di libertà personale. Una volta dall'altra parte, però, ci sono altre difficoltà che li attendono come imparare a usare internet, capire cos'è una televisione, orientarsi nell'intricata rete metropolitana della grandi città. A Seul esiste la Yeomyung School, per insegnare ai nordcoreani come si vive nel XXI secolo.

La scuola Sono circa cento gli studenti che alla Yeomyung School imparano ad adattarsi alla loro nuova vita. "Quello che ho visto appena arrivato nella Corea del Sud mi ha completamente travolto", racconta Pak Sool, uno di loro, al Guardian. "I due Paesi sono totalmente diversi. Non avevo idea di cosa fosse una carta di credito, ad esempio, e qui le persone la usano tutti i giorni". Internet, televisione, ma anche la lingua stessa parlata dalla gente comune, con molte contaminazioni dall'inglese, risultano incomprensibili per chi è nato e cresciuto nel regime dei Kim. La Yeomyung School si occupa di insegnar loro materie scolastiche, ma anche e soprattutto come integrarsi in una metropoli come Seul.

Una speranza di unificazione Dopo il recente incontro fra il leader nordcoreano Kim Jong-Un e il presidente sudcoreano Moon Jae-In, la speranza che corre attraverso le due nazioni è quella che tornino ad essere una sola. E la scuola guarda ai propri studenti come a un possibile ponte fra le due culture: "Vogliamo diventare un modello per l'istruzione dei Nordcoreani dopo l'unificazione", spiega Lee Hung-hoon, il direttore. "Vogliamo anche che i nostri studenti diventino un motore dell'unione, partecipando attivamente al movimento per l'unificazione e diffondendo il messaggio".

Le storie Molti degli studenti sono giovani e all'apparenza sembrano normali universitari, che si divertono e fanno scherzi. Ma qualche commento lascia trasparire l'incubo che si sono lasciati alle spalle. Durante una lezione in cui venivano spiegati i diversi tipi di animali, ad esempio, è comparsa sullo schermo una rana. Un ragazzo ha esclamato: "Mangiavamo spesso le rane in Corea del Nord, perché eravamo molto affamati. Non prendevamo solo le cosce, le cucinavamo intere". Pak Sool si ricorda invece di quando è arrivato a Seul la prima volta, all'età di 19 anni. Era la fine del 2016 e si è trovato di fronte a un'intricata mappa della metropolitana. Confuso e imbarazzato, ha dovuto rinunciare: per lui era incomprensibile. Appena fuggito dal suo Paese, aveva trovato un rifugio sicuro in Thailandia. Lì, aveva scoperto internet e visto in televisione le soap opera sudcoreane: "Fino a quel momento avevo vissuto conoscendo solo una piccolissima parte del mondo e poi, improvvisamente, mi si è spalancato davanti tutto. E' stato scioccante".

I problemi economici "I nordocoreani possono ritrovarsi isolati qui", spiega Hung-hoon. "I sudcoreani spesso li offendono, anche senza volerlo, perché non capiscono cosa significhi essere nati in Corea del Nord". Esiste anche un problema di disparità economica all'interno delle stesse classi, perché spesso ci sono studenti che devono inziare subito a lavorare per mantenersi o spedire soldi a casa. Ma quello che conta alla fine sono le loro ambizioni, che forse finalmente potranno essere esaudite. Come Pak Sool che vorrebbe diventare medico: "Il sistema sanitario della Corea del Nord non funziona bene e non ci sono medici preparati. Quando arriverà l'unificazione, spero di poter tornare nel mio Paese per curare le persone che stanno ancora soffrendo".