Tra Ecuador, Bolivia e Paraguay: il Papa si divide tra gli "ultimi" e i leader
Terminato il viaggio in Sud America del Pontefice che riparte per il Vaticano dopo numerosi bagni di folla, incontri al vertice e il tanta discusso crocifisso con falce e martello
E' terminato il viaggio di Papa Francesco in Sud America: con la visita alla baraccopoli di Banado Norte, alla periferia della capitale paraguaiana Asuncion, e la messa davanti a un milione di persone nella base militare di Nu Guazu, si chiude infatti il tour del Pontefice tra Ecuador, Bolivia e Paraguay.
E questo benché Papa Bergoglio sia entrato da una porta stretta: tre Paesi non troppo grandi, non di "peso" nella politica mondiale. Papa Francesco ha sopportato bene ritmi serratissimi e decine di appuntamenti, tra i quali la messa che ha celebrato in Ecuador nel Parco del Bicentenario, con il suo appello ai popoli a rinnovare il grido di libertà risuonato 200 anni fa contro le potenze coloniali, per un nuovo modello di società.
C'è stata poi la partecipazione al secondo incontro mondiale dei movimenti popolari a Santa Cruz in Bolivia, una sorta di "Onu dei movimenti" alla quale Papa Bergoglio ha spiegato il proprio manifesto ideologico, per una patria grande quanto il mondo, che forse tornerà a ribadire anche alla assemblea generale dell'Onu, in settembre.
L'incontro con i tre presidenti
- Papa Francesco ha instaurato un rapporto positivo con i presidenti dei tre Paesi, più caldo forse quello con Evo Morales in Bolivia, ma anche in Ecuador e in Paraguay ha voluto sostenere le istituzioni di queste democrazie relativamente giovani, in nazioni passate dal colonialismo alle dittature, impegnate nella lotta alla povertà, con ritmi di sviluppo confortanti e conquiste nel campo della sanità e della educazione, impensabili fino a qualche tempo fa.Il Papa, la falce e il martello
- Ma non ha esitato a ascoltare le rivendicazioni delle persone comuni intervenute davanti a lui nei diversi appuntamenti pubblici. In Bolivia si sono avuti echi di vecchie polemiche sulla teologia della liberazione. Arrivando nel Paese il Pontefice ha visitato il luogo in cui fu ritrovato il 21 marzo 1980 il cadavere torturato del gesuita artista e amico dei minatori e dei poveri Luis Espinal, massacrato dai paramilitari del dittatore Luis Garcia Meza. Ed è in onore di Espinal che Morales ha donato a Bergoglio una scultura che ha fatto scalpore, raffigurante la falce e martello in verticale, con un crocifisso sopra la testa del martello, e una onorificenza dedicata al gesuita che nel medaglione riproduce il crocifisso sulla falce e martello.Tanto è bastato a rinfocolare la polemica sulla presunta interpretazione ideologica e marxista del cristianesimo. Papa Francesco - che già alla messa del bicentenario aveva chiesto di ravvivare la rivoluzione del Vangelo, spiegando che il cristianesimo può dialogare anche con le utopie, se l'è cavata lasciando l'onorificenza ai piedi della Madonnna di Copacabana come omaggio al futuro del popolo boliviano. Mentre la tanto discussa croce con falce e martello, in quanto dono, ha preso insieme al Pontefice la strada per il Vaticano.