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Selfie con gli animali della savana uccisi:il tariffario della caccia è online

In Africa ci sono territori dovʼè possibile pagare per sparare a leoni e giraffeLʼassociazione "Animal Shame" denuncia su Facebook queste battute

caccia in scatola
facebook

Animali trucidati ed esibiti come trofei sui social network. Prede allevate in gabbia e destinate a diventare obiettivi di persone che pagano per ucciderle. Succede in Africa, dove privati mettono a disposizione i terreni per organizzare battute di caccia di questo tipo. Tali luoghi hanno un tariffario, con prezzi specifici per ogni animale. La pagina Facebook "Animal Shame" raccoglie queste foto e le denuncia.

Selfie con gli animali della savana uccisi:il tariffario della caccia è online

"Caccia in scatola" - L'edizione canadese dell'Huffington Post riporta i dettagli di questa macabra tendenza, ribattezzata "canned hunts" (caccia in scatola). Persone, a volte intere famiglie con figli al seguito, pagano per essere coinvolte in safari che si concludono con l'uccisione di uno o più animali, a seconda della disponibilità economica. Dietro l'organizzazione di queste battute di caccia ci sono privati, che mettono a disposizione terreni e allevamenti per questa attività, che si sta rivelando molto redditizia. La pratica infatti è riscontrabile ormai in diversi Paesi del continente Nero.

Come resort - Chi organizza queste uscite nella savana, si occupa di tutto il soggiorno del cliente. Mette a disposizione camere, cambio della biancheria, armi, guide, permessi, assistenza medica e mezzi di trasporto, come in un normale resort. Esiste poi il tariffario: questo genere di strutture pubblica, anche su internet, i proprio prezzi per la caccia.

I prezzi - E' possibile sparare praticamente a ogni specie animale del luogo: leoni, scimmie, giraffe, coccodrilli, ippopotami. Ognuno di questi esemplari esotici ha un prezzo. Si va dai 65 dollari per uccidere un babbuino o uno sciacallo, ai 900 per una zebbra. Più cresce la taglia, più aumenta la richiesta economica: 2mila dollari per una giraffa, 6mila dollari per un coccodrillo, 8mila un ippopotamo, fino ai 15mila per un bufalo. La lista comunque è molto più lunga.

Le denunce di "Animal Shame" - Le prede vengono allevate appositamente per queste battute. Nati e cresciuti in gabbie o recinti, sembra che gli animali vengano anche narcotizzati per facilitare il lavoro dei cacciatori. Le persone possono poi scattare una foto ricordo con il loro "trofeo"; immagini che spesso finiscono sui social network. In questa vicenda quindi non si nasconde nessuno, né gli allevatori né la clientela. L'associazione animalista "Animal Shame" raccoglie questi scatti e li pubblica sulla sua pagina Facebook; con questo profilo, gli attivisti intendono rendere pubblico il problema. Il fenomeno sta prendendo piede anche in altre zone del mondo. "Animal Shame" mostra infatti immagini provenienti da altri paesaggi, con altri animali esibiti con troppa leggerezza. L'obiettivo è quello di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su queste stragi, prima che si diffondano ulteriormente.