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Il risultato in Scozia non blocca la Catalogna: referendum il 9 novembre

Il Parliament approva la legge a favore della consultazione

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Il Parlamento catalano ha approvato la legge con la quale vuole dare copertura legale alla convocazione di un referendum indipendentista, il 9 novembre. La normativa ha ottenuto 106 voti a favore e 28 contrari. Nonostante il risultato in Scozia, quindi, la Catalogna continua la sua sfida. Il referendum, che avrà valore unicamente consultivo, non è comunque riconosciuto dal governo spagnolo perché contrario alla Costituzione.

"Quella della Scozia è la strada giusta, l'unica per risolvere conflitti. Il processo catalano va avanti" ha sostenuto il leader di CiU, Artur Mas, presidente della Generealitat, nel valutare in chiave nazionale il risultato scozzese. A suo dire dimostra "che il voto non divide, ma unisce" ed è "un buon esempio di democrazia che viene dall'Europa".

A Madrid, è durato poco il sollievo col quale il governo spagnolo ha accolto la vittoria del 'no' in Scozia, anche se le mosse successive del fronte indipendentiste erano state ampiamente anticipate. In un video il premier conservatore Mariano Rajoy si è congratulato con "i cittadini scozzesi che hanno evitato le gravi conseguenze economiche, sociali, istituzionali e politiche che avrebbe comportato la separazione". Ma non ha fatto parola della Catalogna, nel giorno dell'approvazione della "legge di consultazione popolare non referendaria e di partecipazione cittadina", con la quale il 'Parlament' intende dare copertura legale al referendum indipendentista.

La legge è passata con i voti a favore del blocco 'soberanista' (Ciu, Erc, Icv e Cup), al quale si sono uniti anche i socialisti del Psc, sostenendo che la legge non serve per la convocazione di un referendum indipendentista. Un esercizio di acrobazia politica, difficile da spiegare anche al neo segretario generale del Psoe, Pedro Sanchez, che, nel celebrare il risultato scozzese, ha insistito sulla necessità di una 'terza via', di una riforma costituzionale, contro le sirene secessioniste e "l'immobilismo di Rajoy". Nel muro contro muro fra Barcellona e Madrid, cresce la febbre referendaria. Ed e' caduto nel vuoto anche l'appello alla riflessione e al "rispetto delle regole" della vicepremier Soraya Sanz de Santamaria, a poche ora dalla votazione alla Camera catalana.

Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Catalogna della legge di consultazione, Artur Mas firmerà il decreto di convocazione delle urne. Madrid ha convocato un consiglio dei ministri straordinario nel weekend e risponderà impugnando la legge regionale di fronte alla Corte costituzionale, chiedendone la sospensione immediata.