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Cesare Battisti: "Ai mondiali di calcio tiferò per il Brasile"

Condannato allʼergastolo per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo, vive in nel Paese sudamericano dove ha ricevuto lʼasilo politico

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Ai Mondiali di calcio del prossimo giugno "tiferò per il Brasile" e non per il "mio ex Paese", l'Italia. Lo ha dichiarato l'ex terrorista italiano, Cesare Battisti, durante un'intervista, la notte scorsa, alla tv brasiliana Globo News.

Battisti ha spiegato che gli piace vivere in Brasile. "Sono venuto qui per scelta. E' un Paese tollerante, con un popolo bello e generoso, che un po' assomiglia al popolo del mio ex Paese", ha detto.

Dopo aver ripetuto di non aver "mai ucciso nessuno", Battisti - condannato all'ergastolo per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo - ha ripercorso le tappe che lo hanno portato a fuggire dall'Italia e poi dalla Francia, prima di arrivare in Brasile, dove venne arrestato nel 2007 e dove ha ricevuto l'asilo politico.

Secondo l'ex esponente dei Proletari armati per il comunismo, il carcere "è fatto per punire, non per rieducare". "Ne sono uscito grazie agli amici e ai parenti, ma non lo auguro nemmeno al mio peggiore nemico", ha aggiunto. Durante la sua latitanza nel Paese sudamericano, Battisti tuttavia non viveva "clandestinamente".

"Non mi nascondevo, lavoravo normalmente, lo sapevano tutti", ha spiegato l'ex terrorista, che attualmente vive a San Paolo. "Oggi non sono più attivista né militante - ha aggiunto - sono uno scrittore: non so fare altro". E alla domanda su chi sia il brasiliano che più ammira, Battisti ha risposto senza esitare: "Joaquim Barbosa", l'attuale presidente del Supremo tribunal federal (Stf, la Corte costituzionale brasiliana), che nel 2009 votò contro la sua estradizione. "E' un uomo coraggioso, una persona interessante", ha concluso Battisti.