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Remaster e remake: che differenza c'è?

Chiariamo una volta per tutte cos'è un remaster e cos'è un remake

In questi ultimi anni li avrete sentiti nominare tantissime volte.

Remaster e remake sono due diversi modi di riproporre al pubblico giochi già pubblicati precedentemente. Ma che differenza c'è tra i due termini? Cosa stanno a indicare di preciso? Andiamo a scoprirlo insieme.

IL CONCETTO DI "REMASTER" Il remaster di un gioco è semplicemente la sua riedizione, magari per una piattaforma che non esisteva all'epoca della sua prima uscita, con grafica adeguata ai tempi. Il gioco rimane fondamentalmente lo stesso, ma la risoluzione grafica viene aumentata. E spesso questo è l'unico cambiamento che passa tra la versione originale del titolo e la sua edizione rimasterizzata.

Facciamo alcuni esempi di remaster famosi. The Last of Us, uno dei giochi più belli per PS3, è uscito qualche anno dopo anche su PS4, in un'edizione chiamata The Last of Us Remastered. Mentre su PS3 il gioco girava a una risoluzione di 1280x720, su PS4, nella versione rimasterizzata, gira a una risoluzione di 1920x1080 (con supporto al 4K per PS4 Pro). Anche giochi più vecchi hanno subito il trattamento del remaster, come la trilogia di Jak and Daxter, rimasterizzata prima su PS3 e poi, di recente, su PS4, la trilogia di Devil May Cry (da PS2 a PS3) e tantissimi altri.

In tutti questi casi, si parla di remaster perché il gioco non viene praticamente toccato, cambia solo la risoluzione, che si adatta a quella della nuova piattaforma. Spesso e volentieri, quando un gioco viene riproposto in versione rimasterizzata, i produttori ne approfittano per mettere insieme una versione comprensiva anche di tutti i DLC usciti precedentemente per il titolo in questione. Questa pratica è solo coincidente con la rimasterizzazione e non incide in alcun modo sull'uso del termine.

RIFARE TUTTO DA CAPO Il remake, invece, è una cosa un po' diversa. Si parla di remake quando un gioco viene riproposto con delle importanti modifiche. Uno dei casi più importanti del passato è sicuramente quello di Resident Evil, originariamente uscito su PlayStation, Saturn e PC nella seconda metà degli anni ‘90 e poi riproposto, come remake, su GameCube, all'inizio dei 2000. In quel caso il gioco non è stato oggetto di un semplice miglioramento alla risoluzione grafica, ma è stato profondamente ritoccato in molti suoi aspetti. La trama e i personaggi sono rimasti per larghe linee gli stessi, così come l'ambientazione, ma ogni singolo scenario è stato ricostruito, così come i modelli dei personaggi. E interessanti cambiamenti sono avvenuti anche per quanto riguarda la giocabilità.

Ci sono anche remake più “leggeri”, come ad esempio quelli dei tre Crash Bandicoot pubblicati originariamente sulla prima PlayStation e riproposti, di recente, nella Crash Bandicoot N. Sane Trilogy per PS4. In questo caso, la grafica del gioco non è stata riproposta semplicemente a una risoluzione più alta, ma è stata proprio “ridisegnata” da capo, per adattarsi alle potenzialità della nuova console. I giochi, però, sono rimasti praticamente gli stessi.

RICOMINCIARE DA ZERO Chiudiamo con un'ultimo termine, che più raramente può essere a sua volta confuso con remaster e remake. Il termine in questione è reboot, che sta a indicare il rilancio di una serie, di un gioco, di un personaggio. Nel caso del reboot, il gioco non ha quasi più niente a che fare con l'episodio originale: vengono generalmente mantenuti il protagonista, alcuni personaggi e il contesto generale, ma anche la trama, in questo caso, può essere molto diversa.

È il caso di Tomb Raider, uscito nel 2013 per PC, PS3 e Xbox 360, reboot del Tomb Raider del 1996. Il gioco presenta una nuova Lara Croft, molto diversa dall'originale, protagonista di un'avventura a sua volta diversa, il tutto per un nuovo inizio (reboot) della serie, poi continuata con Rise of the Tomb Raider. Curiosità: il Tomb Raider del 2013 è stato poi anche rimasterizzato per PS4 e Xbox One.

REMASTER, REMAKE, REBOOT: PER CHI SONO? In questi anni diversi appassionati hanno manifestato un po' di malcontento nei riguardi di remaster e remake. Il motivo sarebbe da ricercare in una presunta perdita di tempo per le software house che, anziché concentrarsi su nuovi giochi e nuove serie, sprecherebbero risorse per la realizzazione di queste riedizioni. Noi non la pensiamo così. 

Innanzitutto, la realizzazione di un remaster richiede sicuramente tempo e impegno, ma in quantità imparagonabile a quelli che servono per la creazione di un prodotto ex novo. Quindi, la presunta perdita di tempo in realtà è una sorta di falso allarme. Lo dimostra anche il fatto che le software house che hanno proposto dei remaster, in questi anni, hanno anche realizzato titoli nuovi. Inoltre, offrire la possibilità, a chi non li avesse giocati all'epoca della loro prima uscita, di godersi ora dei giochi di valore, è sicuramente una cosa apprezzabile. La chiave sta nel termine “possibilità”. Non è obbligatorio comprare un remaster, se già si possiede il titolo originale o se, più in generale, non si è interessati a farlo. Chi vuole, però, può. Meglio così, no?
 


 

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