Chi oggi censurerebbe volentieri alcuni spot particolarmente audaci, ieri sfogliando un giornale sarebbe quantomeno trasalito. In epoche non così lontante sessismo e razzismo pare fossero le chiavi giuste per far breccia nel cuore dei consumatori. O almeno ne erano convinti i pubblicitari dell'epoca. Negli Anni '50 e '60 non era infatti difficile imbattersi in slogan di cattivo gusto che mai, oggi, troverebbero spazio su riviste di qualsiasi genere.
Razzisti e sessisti, quando i manifesti pubblicitari erano politicamente scorretti
Da un tranchant "gli uomini sono migliori delle donne", al pacchetto di sigarette con tanto di lunghe gambe femminili, dalla moglie amorevole che, in ginocchio, serve la colazione a letto al marito fino al Maggiolone Volkswagen ammaccato dalla consorte, luoghi comuni e cliché andavano per la maggiore in quei tempi.
Al punto da andare ben oltre il cattivo gusto. Come in quel manifesto in cui una bimba biondissima chiede a una bambina di colore: "Perché tua mamma non ti lava con questo sapone?".