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Città insicure: arriva il wilding, l'autodifesa a base di psicologia

Nel suo ultimo libro il fondatore della disciplina Mario Furlan si rivolge a chi non frequenterebbe mai un corso di difesa personale basato su calci e pugni: donne, anziani, disabili

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La nuova frontiera dell'autodifesa si chiama "Wilding", dall'inglese "Wild", cioè selvaggio, ed è basata sull'istinto, non su mosse e tecniche da memorizzare.

"Tira fuori non la mente razionale, ma la parte primordiale del nostro cervello che poi è quella che ci salva” spiega Mario Furlan, ideatore della disciplina.

Noto come fondatore dei City Angels, i volontari anticrimine in basco blu e giubba rossa attivi in diverse città italiane e svizzere, Furlan conosce molto bene il mondo delle arti marziali e della difesa personale. “Proprio con i City Angels, operando sulle strade più pericolose delle nostre grandi città, mi sono reso conto di cosa funziona in palestra e di cosa serve davvero nella realtà" racconta a Tgcom24 in occasione della nuova edizione aggiornata del volume sulla difesa personale “Basta paura!”, edito da Franco Angeli.

A chi è rivolto il libro?
Alle molte persone che non frequenterebbero mai un corso di difesa personale perché non sono interessate a imparare a tirare calci e pugni. Si tratta soprattutto delle persone più deboli, e quindi più vulnerabili: donne, anziani, disabili. Sanno che, in caso di scontro fisico con un maschio giovane e forte, soccomberebbero. Per questo nell'autodifesa istintiva ci concentriamo molto sulle 2p: psicologia e prevenzione. Sulla psicologia, per non essere individuati come vittime dagli aggressori. Dipende da noi: dal nostro modo di porci, di camminare, di parlare. E sulla prevenzione, perché prevenire è meglio che curare. Soprattutto nella difesa personale. Dove una collutazione ti porterà comunque un mare di guai: avvocati, tribunali, forse anche la galera. Per non parlare dell'ospedale, o del cimitero…

Come ti è venuta l'idea di creare il "Wilding"?
Sono docente universitario di Motivazione e crescita personale ormai da molti anni, e proprio la mia attività di formatore mi ha consentito di mettere a punto il "Wilding", l'autodifesa istintiva. E il bello dell'autodifesa istintiva è che non serve solo per imparare a difendersi sulla strada, ma anche nella vita. A non soccombere davanti a un prepotente, un bullo, un soverchiatore. E ad acquisire sicurezza in se stessi e assertività. Non a caso il Wilding è anche noto come “l'autodifesa per l'autostima”.

Perché l'autodifesa personale non funziona?
Il motivo è semplice: ti insegna come prevalere in uno scontro fisico: Se uno ti tira un pugno, fai così. Se un malintenzionato di minaccia con un coltello, fai così. E via dicendo. Ma se sei arrivi al confronto fisico, a prescindere dall'esito, hai comunque perso: se prevali mandi l'aggressore in ospedale o lo uccidi, e quindi rischi di finire in galera e devi pagare l'avvocato per difenderti. Se hai la peggio sei tu a finire ricoverato o al cimitero. Certo l'autodifesa deve insegnarti come reagire fisicamente, ma soprattutto come reagire psicologicamente. Insegno sempre a liberarsi delle due D: debolezza e distrazione. Non bisogna trasmettere debolezza, perché il delinquente cerca vittime deboli. E poi non bisogna essere distratti: meglio controllare chi ha atteggiamenti strani, magari si avvicina con le mani in tasca oppure ti segue. Il wilding insomma insegna anche a capire i segni della comunicazione non verbale che possono aiutare a prevenire le aggressioni.

Qual è allora la caratteristicha del wilding?
Più che sulla tecnica, si basa sulla psicologia. Ti insegna ad avere un certo atteggiamento, ti insegna come interiorizzare alcuni principi, a essere una persona assertiva, con meno paure, che sa come farsi rispettare.

Le nostre città sono davvero così insicure? Quali sono i pericoli maggiori?
C'è sempre stato il pericolo di scippi, borseggi, furti, ma da quando siamo in crisi economica, c'è più povertà e quindi sono aumentati i ladri. A questo si aggiungono le aggressioni per futili motivi, in forte crescita. In generale in questo momento noto un abbrutimento della vita sociale. Magari guardi storto qualcuno e ti becchi un pugno. Basta un pretesto qualsiasi per scatenare la rabbia di chi è frustrato o ha problemi. Nelle grandi città poi l'insicurezza è maggiore perché gli spazi tra le persone sono meno ampi e quindi l'aggressività degli individui aumenta.