Rifiuti elettrici, si allarga la famiglia dei riciclabili: anche bici e stufe
La nuova normativa raddoppierà i prodotti che potranno essere recuperati: unʼoperazione che creerà 15mila posti di lavoro e darà un forte taglio allʼemissione dei gas serra
Si allarga la famiglia dei rifiuti elettrici ed elettronici, con la prospettiva di inserire nella categoria degli apparecchi da riciclare molti prodotti che finora ne sono esclusi. Stufe, carte di credito, biciclette elettriche saranno tra le new entry nella categoria grazie all'entrata in vigore del decreto legislativo 49/2014, che potrebbe creare 13/15mila posti di lavoro in più.
Gas serra: 2,5 milioni di tonnellate in meno - Lo assicura il consorzio Remedia, che si occupa della gestione di questo tipo di rifiuti: la novità, dicono gli esperti, darà un taglio ai gas serra pari a 2,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno.
Con la nuova norma si passa da un sistema chiuso, in cui nell'insieme dei Raee (rifiuti elettrici ed elettronici) rientrano solo 10 categorie di prodotti, al sistema "open scope", che apre a tutti gli apparecchi non esplicitamente esclusi. Nella categoria rientreranno carte di credito con chip, bici elettriche e a pedalata assistita, stufe a pellet e montascale.
Obiettivo 65% di rifiuti riciclati - Per via del decreto, che recepisce una direttiva Ue, si passerà dalle attuali 825mila tonnellate di apparecchiature immesse al consumo a circa 2 milioni di tonnellate all'anno. Ad oggi viene avviato al riciclo solo il 40%, mentre i target prevedono che si arrivi al 45% nel triennio 2016-2018 e al 65% dal 2019. Se gli obiettivi di raccolta saranno raggiunti, sottolineano al consorzio, le emissioni che si eviteranno per 2,2-2,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno corrisponderanno a un valore economico di 98-112 milioni di euro. Tra gli altri benefici per il portafogli, si calcola inoltre un risparmio nell'acquisto di materie prime pari a 1,25 miliardi di euro.
Spazzatura elettronica una miniera d'oro - "Gli obiettivi europei per la società del riciclo sono sempre più stringenti e l'Italia ha le potenzialità per posizionarsi tra i Paesi leader nel raggiungimento degli impegnativi target comunitari", ha commentato il direttore generale di Remedia, Danilo Bonato.
La necessità di riciclare, d'altra parte, è evidente se si guarda alla crescita dei Raee, alimentata dall'aumento del progresso e del benessere su scala mondiale. Secondo il rapporto "Global E-waste Monitor" diffuso dall'Onu a fine 2017, i rifiuti elettronici nel 2016 hanno raggiunto i 44,7 milioni di tonnellate a livello globale, un peso pari a 9 volte quello della piramide egiziana di Cheope, o a 4.500 torri Eiffel.
In media viene riciclato nel mondo solo un dispositivo su cinque. Il dato, oltre a porre un problema di inquinamento, rappresenta uno spreco di metalli preziosi come oro, argento e rame. Il valore stimato dei materiali recuperabili nella spazzatura elettronica - calcola l'Onu - è di 55 miliardi di dollari, un valore superiore al Pil di molte nazioni.
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