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Lʼallarme degli ecologisti britannici: "Con la Brexit ambiente a rischio"

Lʼ80% delle norme "green" del Paese deriva da direttive comunitarie. La denuncia delle associazioni verdi: "Si mette a repentaglio la natura in nome dello sviluppo economico"

L'allarme degli ecologisti britannici: "Con la Brexit ambiente a rischio"

Con l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea "l'ecologia e l'ambiente del Paese rischiano di essere danneggiati". E' l'allarme lanciato dagli ambientalisti britannici in occasione dell'ufficializzazione della Brexit. L'80% delle norme ambientali del Paese deriva infatti da direttive comunitarie. Il timore di molte ong ecologiste è che il governo conservatore di Theresa May indebolisca parte delle tutele ambientali "in nome dello sviluppo economico".

Secondo le associazioni verdi, anche se la Gran Bretagna mantenesse tutta o quasi la normativa europea, poi mancherebbero gli organismi per garantirne l'applicazione. Qualcuno parla già di "legislazione zombie": viva in apparenza, morta nella sostanza.

Articoli preoccupanti - A sollevare i timori degli ambientalisti sono stati alcuni articoli apparsi recentemente sulla stampa britannica. Sul Times Mark Littlewood, del think-tank "Institute for Economic Affairs", ha scritto che la Brexit "libererà il Regno Unito dal sistema di scambio di quote di emissioni e da un target eccessivamente specifico sulla proporzione di energia fornita dalle rinnovabili". The Telegraph ha invece bollato gli obiettivi di energia pulita e gli standard di efficienza delle lampadine e degli aspirapolvere come "inutili regolazioni dell'Ue".

La clausola di Enrico VIII - Il governo May dovrà adottare nei prossimi mesi il "Great Repeal Bill" (Grande disegno di legge di revoca), il meccanismo per trasferire tutte le attuali normative europee nella legislazione inglese. Alcuni ministri vorrebbero includere nella proposta di legge una cosiddetta "clausola di Enrico VIII", che dia loro il potere di cambiare queste norme da recepire, senza un voto in parlamento. Un meccanismo che, per gli ecologisti, potrebbe permettere l'eliminazione di molte tutele ambientali.

La Green Brexit - Una coalizione di ong, Greener UK, ha chiesto al governo di varare una "Green Brexit", mantenendo gli attuali standard ambientali. I segnali non sono però incoraggianti. Per il Wwf, "dal referendum sull'Ue il governo ha fatto ben poco sull'ambiente. Stiamo ancora aspettando il Piano ambientale venticinquennale, la legge sulle acque, il Piano per la crescita pulita e il bando sul commercio dell'avorio".

L'ironia di Greenpeace - Per denunciare la situazione, Doug Parr di Greenpeace ha invece usato lo humour inglese. "Poiché i pesci, l'inquinamento dell'aria e il cambiamento climatico non si mettono in fila ordinatamente ai confini nazionali, dobbiamo continuare a cooperare con il resto dell'Europa sulle sfide ambientali che riguardano tutti. Mentre la Gran Bretagna si siede al tavolo da poker della Brexit, le nostre leggi ambientali non devono essere fiches da giocare, ma denaro al sicuro in banca".

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