Energia, 2015 anno record per le rinnovabili: superato per la prima volta il carbone
Le fonti pulite hanno costituito oltre la metà della capacità elettrica installata. LʼOxfam allʼUe: "Male la politica sui biocarburanti, investire nel sostenibile"
Nel 2015 le energie rinnovabili hanno superato il carbone, costituendo per la prima volta oltre la metà della capacità di produzione elettrica installata e raggiungendo quota 153 Gigawatt (GW), grazie soprattutto a solare ed eolico. Lo afferma l'Aie (Agenzia internazionale per l'energia) in un rapporto contenente le previsioni di crescita quinquennale del settore, secondo cui nel 2015 sono stati installati ogni giorno circa 500mila pannelli fotovoltaici a livello globale.
Secondo L'Aie, le rinnovabili cresceranno di un ulteriore 13% tra il 2015 e il 2021, soprattutto grazie alle politiche energetiche di Stati Uniti, Cina, India e Messico. In questo periodo i costi del fotovoltaico dovrebbero scendere di un quarto e quelli dell'eolico "onshore" (sulla terraferma, ndr) del 15%. Nella sola Cina si calcola siano state installate due turbine eoliche ogni ora.
Oxfam all'Ue: "Male la politica sui biocarburanti" - Nonostante i dati incoraggianti, l'Oxfam ha duramente criticato la politica dell'Unione europea nell'ambito dei biocarburanti. "La legislazione vigente consente alle grandi corporation una produzione fondata essenzialmente su combustibili derivanti da colture ad uso alimentare, su una scarsa attenzione per l'impatto sull'ambiente e sull'espropriazione di terra ai danni di migliaia di piccoli contadini", si legge nel nuovo report "Terra che brucia, clima che cambia: come l'industria condiziona la politica europea sui biocarburanti".
L'allarme per le piccole comunità - Secondo l'Oxfam, la potente lobby dei grandi produttori di biocarburanti stia fortemente influenzando la riforma della legislazione europea sul tema a spese delle comunità locali in molti Paesi poveri. Il documento analizza l'impatto devastante di questa politica in tre continenti, riportando casi emblematici di intere comunità private dei propri diritti e rimaste vittime dell'esproprio di terre abitate per generazioni in Tanzania, Perù e Indonesia. Una conseguenza della crescente domanda di materie prime agricole per produrre bioenergia in Europa.
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