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Battaglia alla CO2, realizzata in laboratorio la prima foglia artificiale

Vive e respira come il suo equivalente naturale: crea ossigeno e assorbe anidride carbonica

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dal-web

E' stata creata la prima foglia artificiale. Leggera e biologica, è fatta di cloroplasti sospesi in una matrice fatta con la proteina della seta. Come fosse naturale, fa la fotosintesi: assorbe acqua e anidride carbonica e restituisce ossigeno. La foglia "fatta dall'uomo" è stata realizzata da Julian Melchiorri, un laureato del Royal College of Art. La notizia è stata riportata da Dezeen.

Battaglia alla CO2, realizzata in laboratorio la prima foglia artificiale

Una scoperta "spaziale" - Secondo i piani dell'ambizioso studente la foglia sintetica potrebbe aiutare a produrre ossigeno durante viaggi nello spazio. Melchiorri ha detto: "Questo materiale potrebbe consentirci di esplorare lo spazio molto più di quanto facciamo adesso". Il progetto è stato sviluppato nell'ambito di un corso di ingegnerizzazione di design dell'innovazione del Royal College of Art in collaborazione con la Tuft University.

Melchiorri spiega: "Il materiale è estratto direttamente dalle fibre della seta, i cloroplasti delle piante sono stati piazzati all'interno della proteina della seta. Il risultato è un materiale fotosintetico che vive e respira come una foglia". La foglia può essere utilizzata per "ripulire" l'aria in ambienti ad alta concentrazione urbana, una sua possibile applicazione è il rivestimento delle facciate degli edifici.

La fotosintesi artificiale per produrre energia - In Italia, invece, si intende utilizzare la fotosintesi a fini energetici, scindendo l'acqua in ossigeno e idrogeno. La fotosintesi clorofilliana è stata sintetizzata in provetta da un team di ricercatori di Padova, Ferrara e Brema (Germania) guidati da Marcella Bonchio dell'Università di Padova e pubblicato da Angewandte Chemie. I ricercatori sono riusciti a riprodurre lo stadio chiave della fotosintesi naturale con un catalizzatore artificiale di manganese, generando ossigeno dall'acqua in presenza di luce solare.

Bonchio spiega: "Si tratta del primo cluster artificiale di manganese, che incorpora una struttura totalmente inorganica con leganti organici e dove i quattro metalli instaurano una sinergia di azione tale da riuscire a scomporre la molecola dell'acqua nei suoi componenti gassosi, ovvero ossigeno, e protoni destinati a produrre idrogeno, in ultima analisi un combustibile pulito derivato dalla luce solare".