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Turismo: buone performance nel periodo estivo

Secondo Federalberghi le presenze tra giugno e settembre nelle strutture ricettive italiane sono aumentate del 4%. Il Fipe stima un +2,2% della spesa per le vacanze

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Dopo un quinquennio negativo il turismo sembra finalmente aver rialzato la testa. Quanto meno sembra aver invertito la tendenza. Secondo Federalberghi, infatti, le presenze turistiche nelle strutture ricettive italiane, tra giugno e settembre, avrebbero messo a segno una crescita del 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Certo, segnala il presidente dell'associazione di categoria Barnabò Bocca, non bisogna prendere i dati recenti come un pretesto per rialzare le tasse, anche perché, è vero che il settore sta rialzando la testa, ma a fatica.

Da qualche giorno si parla, infatti, di un aumento della tassa di soggiorno, quando in realtà – suggerisce Bocca - basterebbe combattere l'evasione di una tassa già troppo elevata. Tanto che in Italia, spiega Federalberghi, la tassa è più alta che nel resto d'Europa e che il Censis stima che gli affitti i nero potrebbero far perdere 40 milioni euro all'introito legato al Giubileo.

Ma torniamo ai dati: la crescita del 4% delle presenze turistiche è il risultato di un +4,3% dei turisti italiani e un +3,7% di quelli stranieri. Nel complesso i primi nove mesi del 2015 hanno registrato una crescita delle presenze del 3,2% (+2,8% italiani e +3,6% stranieri).

Di conseguenza un buon andamento potrebbe aver interessato anche la spesa per le vacanze. Secondo le stime del Fipe (la Federazione italiana dei pubblici esercizi), nel 2015 il dato potrebbe riportare un +2,3% rispetto al periodo luglio-settembre 2014 e la spesa dei tre mesi estivi presi in considerazione potrebbe attestarsi a 40 miliardi di euro.

Insomma, l'inversione di rotta c'è, ma sarà dura risalire la corrente. Tra il 2007 ed il 2013, infatti, il valore aggiunto del turismo al Paese è sceso dell'1,6% mentre in altri Paesi, come la Germania o la Francia, hanno registrato aumenti.