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Ttip, Berlino: "L'accordo tra Usa e Ue è 'di fatto' fallito"

Il vice cancelliere tedesco, Sigmar Gabriel, rivela come i negoziati tra le parti siano distanti dal concludersi positivamente

Il negoziato sull'accordo di libero scambio Ttip tra gli Stati Uniti e l'Unione europea è "di fatto" fallito.

Lo ha detto il vice cancelliere e ministro dell'Economia tedesco, Sigmar Gabriel. "Ritengo che i negoziati con gli Stati Uniti siano 'de facto' falliti, anche se nessuno lo vuole ammettere veramente", ha spiegato Gabriel, sottolineando che in 14 round di colloqui le parti non hanno trovato un'intesa su un solo capitolo dei 27 sul tavolo.

Il vice cancelliere, in un'intervista all'emittente Zdf, ha spiegato che "i negoziati con gli Usa sono falliti de facto perché noi europei non vogliamo assoggettarci alle richieste americane". Il libero scambio noto come Transatlantic Trade and Investment Partnership sarebbe quindi ormai un'ipotesi remota.

La discussione sul Ttip, iniziata nel 2013, ha suscitato una lunga serie di critiche da parte soprattutto dei movimenti ambientalisti. In particolare Greenpeace, che negli scorsi mesi è entrata in possesso di documenti riservati, redatti dalla Commissione europea. Secondo Greenpeace e altri gruppi, l'accordo commerciale transatlantico infatti potrebbe causare rischi per la salute dei consumatori e per l'ambiente, in tutti i vari settori dell'accordo, dai medicinali agli alimentari. Secondo il fronte del "no" l'accordo tra le parti porterebbe ad un abbassamento dello standard qualitativo dei prodotti; per i favorevoli, invece i partner potrebbero godere di condizioni migliori per quanto riguarda export, crescita del Pil e livelli di occupazione.

Sul fronte europeo, i timori maggiori provengono dal settore alimentare. In particolare, sulla questione Ogm e sugli antibiotici utilizzati negli allevamenti americani. Il rischio evidenziato dagli oppositori del Ttip, è quello dell'introduzione sul mercato europeo di prodotti geneticamente modificati dagli Usa o, comunque, sottoposti a controlli differenti rispetto agli standard Ue. Per contro, i favorevoli evidenzano come l'accordo garantirebbe maggiori sbocchi commerciali agli alimenti del Vecchio Continente, specialmente per il comparto caseario.

Altro capitolo è quello legato ai farmaci. Ambientalisti e anti Ttip temono lo strapotere dei colossi del farmaco, per ciò che concerne la produzione dei generici e i prezzi. Il fronte opposto, sottolinea invece l'importanza di maggiori criteri di sicurezza per quanto riguarda, ad esempio, protesi e peacemaker. Discorso simile per i cosmetici, per i quali vigono norme e divieti differenti tra Usa e Ue, e per il settore chimico, considerando che in Europa esistono processi di etichettatura assenti negli States.