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Spread, scintille tra Salvini e Bankitalia | Tria e Conte: Non è nostra ossessione

Il governatore Visco mette in guardia dai rischi per famiglie imprese, ma il vice premier Salvini insiste: Altro che parole caute. Straccerò le regole Ue

Spread, scintille tra Salvini e Bankitalia | Tria e Conte: Non è nostra ossessione - foto 1
ipa

L'aumento dello spread degli ultimi giorni divide (a distanza) governo e Banca d'Italia.

Tutto è cominciato con la minaccia ai mercati da parte del vice premier Matteo Salvini: "Se servirà infrangere alcuni limiti, del 3% o del 130-140%, tiriamo dritti". Dopo l'istantanea impennata del differenziale tra Btp e Bund a dieci anni, sono arrivate le reazioni. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha avvertito che l'effetto sul costo dei prestiti bancari per famiglie e imprese "è stato finora limitato", ma "segnali di tensione stanno iniziando a emergere". "Le condizioni di credito si sono irrigidite per le piccole imprese, in seguito all'aumento dei costi di raccolta bancaria e al peggioramento delle previsioni economiche. Nel lungo periodo questo colpirà l'economia reale". Pronta la replica del leader leghista durante un comizio a Potenza: "Per i giornalisti il problema è che Salvini deve usare parole caute perché altrimenti sale lo spread... ma io quelle regole che stanno massacrando il nostro paese le cambio e le straccio dalla prima all'ultima, prima viene il diritto al lavoro".

La posizione di Bankitalia - Visco ha anche sottolineato come lo spread italiano sia "sopra 270 punti base, più del doppio del livello di inizio 2018, prima delle elezioni politiche" e l'alto livello del debito "espone l'Italia alla volatilità del mercato finanziario". Una strategia credibile per ridurre il livello del debito nel medio termine, dunque, "non può più essere rinviata" anche perché "se l'aumento degli interessi persiste, peserà inevitabilmente sul costo del debito", e quindi sulla spesa pubblica.

Lo spread, in ogni caso, secondo quanto suggerisce "l'andamento dei premi sui Credit default swaps, è salito a seguito sia dell'aumento dei rischi di credito sia dei rischi di ridenominazione dei titoli in una diversa moneta" rispetto all'euro. La "speranza" del governatore della banca d'Italia è quindi che, dopo le elezioni europee, "si ristabiliranno le condizioni per riprendere l'agenda delle riforme e spingerla avanti con rinnovato vigore.

Tria sulla difensiva - Da Bruxelles dove partecipa all'Eurogruppo, il ministro dell'economia Giovanni Tria ha rassicurato investitori e giornalisti sulla tenuta del mercato obbligazionario italiano: "Sui titoli di Stato italiani molte persone hanno fatto un sacco di soldi, sono uno dei titoli che rende di più, è un problema per l'Italia che paga alta tassi di interessi, ma è un buon affare per chi acquista". Anche alla luce del fatto che lo sforamento dei parametri comunitari non è all'ordine del giorno. "Non credo proprio" ha risposto il ministro a chi gli chiedeva conferma di uno sforamento al 140% del rapporto debito/Pil. "C'è un Def, documento di economia e finanza - ha risposto Tria -, che è stato aprovato dal Governo e dal Parlamento. E il Parlamento com'è noto chiede di non aumentare l'Iva, ma tutto nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica specificati nel Def". "Quindi - ha proseguito il ministro - il governo sta lavorando per attuare quello che c'è scritto nel Def. Credo che tutti debbano leggere i documenti del governo, e i documenti ufficiali che dicono questo". Quanto all'aumento dello spread, "è chiaro - ha commentato Tria - che in campagna elettorale i mercati finanziari sono un po' in fibrillazione; però i fatti per ora sono questi, quindi ci atteniamo questi obiettivi".

Conte in soccorso di Tria -  Sul tema non è mancato l'intervento del premier Giuseppe Conte presente a un evento alla Nuvola a Roma: "Sullo spread il premier la pensa sempre allo stesso modo. Ha rilevanza e speriamo che scenda sempre più in basso. La preoccupazione c'è, lo stiamo monitorando ma non siamo ossessionati".