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Luigi Bravi: "Il segreto? Scommettere sui giovani e investire sempre"

Il presidente dellʼOrva svela la ricetta del successo della realtà di Bagnacavallo (Ravenna). E lancia un appello: "Politici, basta burocrazia"

Luigi Bravi Orva
da-video

"Non essere accentratori, scommettere sui giovani e investire, investire, investire".

Sono i tre ingredienti del successo dell'Orva di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, secondo il suo presidente, Luigi Bravi. Che lancia un appello: "

Politici, basta burocrazia.

E' un qualcosa di tremendo, ci toglie tempo e risorse finanziarie. Snellite l'aspetto burocratico e l'Italia ripartirà". E ai suoi colleghi imprenditori, un consiglio: "

Non siate accentratori

".

Quando inizia la vostra storia?


"La storia dell'Orva inizia nel 1979 come ingrosso di generi alimentari. Poi c'è stata un'evoluzione. Io sono entrato negli Anni '90 e, avendo un'estrazione produttiva, ho cercato fin da subito di trasformare l'azienda in senso produttivo. Abbiamo quindi cominciato a produrre la piadina e, nel 2002, c'è stata la svolta: ho rilevato la quasi totalità dell'azienda e c'è stata un'impennata di produzione".

Anche in tempi di crisi Orva continua a investire. Come mai?


"Oggi fa fatica proprio chi non ha investito. Io ho sempre lasciato le ricchezze aziendali all'interno della fabbrica e ho scommesso su risorse umane e attrezzature. Questa è la forza che mi permette di andare avanti. Il mercato alimentare è abbastanza stabile e noi cerchiamo, con le nuove tecnologie, di essere competitivi al massimo per poter affrontare soprattutto il mercato estero".

Con una nuova "casa".


"Abbiamo iniziato a costruire il nuovo stabilimento proprio nei giorni scorsi e sarà pronto tra un anno. Si tratta di un investimento importantissimo. Oggi la quota di export è intorno al 6-7%. Con il nuovo stabilimento, all'avanguardia, pensiamo di poter raggiungere nel giro di tre anni una quota del 20%. Non possiamo aspettare che le cose accadano, dobbiamo farle accadere. Nel frattempo andremo ad assumere qualcosa come 40-50 addetti oltre ai 150 che già operano in azienda".

Qual è il vostro segreto?


"Investire sempre, come ho detto, e puntare sui giovani. Nella nostra azienda l'età media è di 34 anni, l'80% è personale femminile e oltre il 10% è laureato. C'è inoltre un attaccamento molto particolare perché ho lasciato molto spazio ai collaboratori e ai dipendenti stessi".

Siete tra i protagonisti di Expo 2015. Come mai?


"Siamo a Expo perché siamo stati invitati da Intesa Sanpaolo (nell'ambito dell'iniziativa Intesa@Expo, ndr). Per fare investimenti occorrono dei soldi e i soldi ce li danno le banche. Banca Intesa, nostro partner finanziario, ci sta seguendo in questo nostro progetto ambizioso. E siamo molto soddisfatti di essere all'Expo perché ritengo sia una bella vetrina. Ho notato un grandissimo flusso di persone in una coreografia molto simpatica e bella".

Il Made in Italy ha ancora il suo fascino?


"Essere italiani è un pro. Dalla moda alle automobili fino all'alimentazione il Made in Italy è ricercatissimo in tutto il mondo ed è molto apprezzato. Naturalmente bisogna poi essere competitivi per qualità e prezzo. E si può fare solo puntando sulle tecnologie".