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Scandalo profili, il titolo Facebook finora ha perso 80 miliardi

Mark Zuckerberg, ceo di Facebook, è pronto a testimoniare davanti al Congresso americano: da inizio della bufera ha perso 14 miliardi

Scandalo profili, il titolo Facebook finora ha perso 80 miliardi - foto 1
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I titoli tecnologici, sull'onda dello scandalo Facebook, affossano Wall Street che chiude in netto calo, con il Dow Jones che perde l'1,44% a 23.857,71 punti, il Nasdaq in negativo a 2,93% a 7.008,81 puntii e l'indice S&P500 che cala dell'1,73% a 2.612,62 punti.

A farne le spese è soprattutto Twitter che lascia sul terreno il 12,03%. Facebook perde il 4,92%, Google il 4,47%, Microsoft il 4,6%, Amazon il 3,78%, mentre Apple il 2,56%.

A Wall Street il nuovo crollo di Facebook, che ha trascinato gli altri titoli, è stato causato da un giudizio negativo degli esperti di Bank of America, che prevedono tempi lunghi per la vicenda.

Zuckerberg pronto a testimoniare al Congresso Usa - Mark Zuckerberg è pronto a testimoniare davanti al Congresso americano. Lo riporta la Cnn citando fonti vicine al numero uno di Facebook che potrebbe recarsi a Capitol Hill, davanti alla commissione giustizia del Senato, il prossimo 10 aprile. Il presidente della commissione ha già invitato per quella data non solo Zuckerberg, ma anche il ceo di Google, Sundar Pichai, e quello di Twitter, Jack Dorsey. In agenda una verifica delle politiche dei big del web sul fronte della protezione dei dati personali.

E intanto è più "povero": da inizio scandalo ha perso 14 miliardi - Dall'inizio dello scandalo sull'uso dei dati personali dei proprio utenti Facebook ha perso oltre 80 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione, con il titolo che ha lasciato sul terreno complessivamente il 18% del suo valore. Duro colpo anche alla ricchezza personale di Mark Zuckerberg che è arrivato a perdere 14 miliardi di dollari.

Procuratori generali 37 Stati chiedono spiegazioni - I procuratori generali di 37 Stati americani hanno chiesto a Zuckerberg spiegazioni sul datagate. "Gli utenti meritano risposte sulle pratiche aziendali e sulla protezione della privacy", hanno scritto in una lettera al ceo di Facebook. "Le aziende come Facebook devono rispettare la legge su come usano i dati personali dei loro clienti", ha detto il procuratore generale della Pennsylvania Josh Shapiro, che guida il gruppo bipartisan. "Solo perché usano il social network o si registrano su delle app non significa che i consumatori abbiano firmato un accordo a vita per rinunciare alla loro privacy", ha precisato da parte sua la collega dell'Oregon, Ellen Rosenblum.

Ultimatum di Bruxelles a Facebook - Il colosso americano del web ha ricevuto dall'Ue due settimane di tempo per chiarire alcuni dei molti punti oscuri dello scandalo sulla raccolta dei dati di 50 milioni di utenti finiti, per il tramite del ricercatore Aleksandr Kogan, nelle mani degli spin doctor di Cambridge Analytica. Quest'ultima è la società di consulenza politica sospettata d'aver cercato di manipolare il consenso nel voto presidenziale Usa, nel referendum sulla Brexit e in altre elezioni.