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Petrolio verso l'equilibrio tra domanda e offerta?

Il freno posto alla produzione di greggio in seguito allʼaccordo di novembre e lʼaumento della domanda nel corso del 2016 e del 2017, potrebbero azzerare il surplus dellʼofferta che ha fatto crollare i prezzi

Intorno al giugno scorso l'Aie – l'Agenzia internazionale per l'energia - aveva spiegato di aspettarsi un ritorno all'equilibrio tra domanda e offerta per il mercato del petrolio nella seconda metà del 2017.

Un equilibrio dettato da una crescita della domanda e da un rallentamento della produzione sia da parte dei Paesi Opec che da quelli non Opec.

Ora che l'accordo per la riduzione della produzione di petrolio è stato raggiunto, quella dell'Aie suona come qualcosa di più di un semplice auspicio. A dicembre, infatti, sulla scia di tali accordi, l'Aie ha rilevato una contrazione dei barili prodotti al giorno pari a 221 mila unità. Un calo che ha comportato fin da subito una risalita dei prezzi di circa il 20%, superando per la prima volta in 18 mesi la soglia dei 51 dollari per un barile di greggio prodotto dall'Opec.

Anche l'andamento della domanda mondiale di greggio è cambiata nel corso dello scorso anno. Gli ultimi dati dell'Aie parlano infatti di una crescita di 1,5 milioni di barili al giorno rispetto al 2015, una cifra superiore alle stime che indicavano un aumento di 1,3 milioni di barili. L'aumento registrato nel 2016, avverte l'Agenzia, potrebbe però non rafforzarsi nel 2017. L'apprezzamento del barile potrebbe infatti generare un lieve rallentamento della domanda dell'anno in corso (secondo le previsioni la domanda dovrebbe crescere di 1,3 milioni di barile al giorno).

Tutto sommato, però, l'aumento della domanda registrato nel 2016 (pari appunto a 1,5 milioni di barili al giorno), la lenta riduzione dell'offerta, e l'ulteriore aumento della domanda previsto per il 2017, potrebbero addirittura invertire il trend che ha portato il mercato del petrolio alla situazione odierna. Se a inizio del 2016 si registrava un surplus dell'offerta rispetto alla domanda di +1,6 milioni di barili al giorno, con i risultati del 2016 e del 2017 la domanda potrebbe addirittura tornare ad essere superiore all'offerta.

Ora è quindi, nuovamente, tutto in mano all'Opec. Nei giorni scorsi il ministro del Petrolio saudita, Khalid Al-Falih, ha definito superflua un'estensione dell'accordo oltre i termini previsti (fine giugno 2017), aprendo quindi alla possibilità di un ritorno alla produzione pre-accordi già nella seconda metà dell'anno, con il rischio di vanificare i risultati raggiunti con l'intesa.