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La diffusione dei prodotti contraffatti

LʼOCSE osserva che la contraffazione non danneggia soltanto le grandi imprese e non coinvolge solo i beni di lusso

Sono stati diffusi i primi risultati del programma nazionale di Azioni territoriali Anticontraffazione – promosso dal ministero dello Sviluppo economico (MISE) e dall'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) – che ha coinvolto 26 comuni sparsi in Italia e intende contrastare la diffusione dei prodotti contraffatti.

La contraffazione dei prodotti sottrae ricchezza all'economia legale, danneggiando il Sistema Paese: stando ad una stima della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo, il fatturato complessivo generato dai prodotti contraffatti è pari a 6,5 miliardi di euro. Ma i prodotti contraffatti rappresentano un problema globale.

Un rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE) e dell'Ufficio europeo per la proprietà intellettuale (EUIPO) sostiene che gli Stati Uniti, l'Italia, la Francia e la Svizzera sono i Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno. Inoltre il dossier quantifica in circa 416 miliardi di dollari (338 miliardi di euro) il giro d'affari mondiale dei prodotti contraffatti nel 2013, pari al 2,5% del commercio mondiale.

L'OCSE osserva che i risultati del rapporto contraddicono l'idea che la contraffazione danneggi solo le grandi imprese e i beni di lusso, ma coinvolge un numero consistente di categorie merceologiche, coinvolgendo anche i prodotti alimentari. Il discorso vale specialmente per il nostro Paese. Gli italian sounding – ovvero i prodotti alimentari che si spacciano per italiani – valgono 60 miliardi di euro: all'incirca il doppio dei generi agroalimentari esportati complessivamente dall'Italia nel 2015, pari a circa 36,8 miliardi di euro. Secondo la Coldiretti, la lotta alla contraffazione e alla falsificazione dei prodotti alimentari di qualità italiani potrebbe generare 300mila nuovi posti di lavoro.