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Il lunedì nero delle Borse, gli occhi puntati sulla Cina

Pechino rallenta e tornano i timori per lʼeconomia mondiale. La crescita cinese dovrebbe mostrare una lieve frenata anche nel 2016

Il lunedì nero delle Borse, gli occhi puntati sulla Cina - foto 1
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Il lunedì nero dei mercati, trainati al ribasso soprattutto dalle performance negative dei listini cinesi, ha (di nuovo) acceso i riflettori su Pechino.

Come già avvenuto l'estate scorsa, infatti, a condizionare l'andamento negativo dei mercati sono stati i dati poco esaltanti dell'economia cinese (oltre, naturalmente, le tensioni tra Arabia Saudita e Iran).

L'industria cinese, infatti, aveva intanto fatto registrare una nuova frenata relativa a dicembre. L'indice Pmi manifatturiero è infatti sceso a 48,2 dal valore di 48,6 di novembre, sotto le attese degli analisti. Come ricordato da Bloomberg è, questo, il quinto mese consecutivo in calo, una serie negativa che non si vedeva dal 2009.

Come andrà l'economia mondiale nel 2016 dipende molto proprio da Pechino. Una Cina in "crisi", come si è visto, trascina le vicine economie emergenti con gravi ripercussioni su produzione industriale e commercio estero anche per l'Eurozona.

Eppure, in precedenza, c'erano stati segnali positivi in questo senso. La produzione industriale della Cina, secondo i dati che erano stati diffusi dall'ufficio nazionale di statistica, aveva registrato nel mese di novembre un'accelerazione rispetto ai periodi precedenti, quasi a certificare un miglioramento dovuto alle misure di stimolo adottate da Pechino. Ad ogni modo l'indicatore aveva registrato un avanzamento del 6,2%, in crescita dal 5,6% di ottobre (un risultato analogo a settembre).

Un dato, inoltre, che faceva pensare ad un ritorno al recente passato, condizionato per lo più dall'andamento delle esportazioni. Negli ultimi tempi, invece, la Cina ha cominciato a sperimentare, per così dire, un nuovo modello economico, volto a premiare più i consumi interni che l'export, autentico traino per Pechino in questi anni di espansione.

Nel frattempo il governo cinese è corso ai ripari (tramite fondi controllati dallo Stato), intervenendo sui mercati azionari per normalizzare la situazione dopo il crollo delle Borse. Molto ruoterà attorno a Pechino. Stando ad un recente rapporto della People's Banck of China, il Pil per il 2016 è stimato crescere del 6,8%, confermando così il rallentamento dell'economia cinese. Per il 2015 si prevede una crescita del 6,9% (dato registrato nel terzo trimestre dello scorso anno contro il 7% del primo e del secondo trimestre).