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I manager italiani sognano l'estero, ma il gap linguistico e la casa di proprietà sono i principali freni

Un sondaggio del settore, ripreso dal portale Business People, rivela come un dirigente su due è pronto a trasferirsi fuori dallʼItalia ma è ostacolato da questi fattori

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Il gap linguistico e la casa di proprietà sono i due principali fattori che bloccano i manager italiani che hanno l'ambizione di lavorare all'estero.

Lo rivela un sondaggio di settore, ripreso dal portale Business People. Oltre un dirigente italiano su due dichiara infatti che considererebbe il trasferimento all'estero nei prossimi due anni ma questa scelta viene frenata da problemi con la lingua e dalla tendenza a essere proprietari di casa.

Le aziende confermano la tendenza: in un mondo globalizzato, le assegnazioni internazionali sono diventate uno strumento chiave nelle mani delle multinazionali per competere sul mercato, ma anche per il manager e la sua crescita professionale. Secondo Wyser, società che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali, ci sono due caratteristiche tipicamente italiane che spesso ostacolano il processo di mobilità internazionale o addirittura ne impediscono il decollo: il gap linguistico che ancora oggi accomuna molti middle-manager e la generalizzata tendenza a essere proprietari di casa stanziali.

Il problema del gap linguistico in Italia - Essere pressoché bilingue (ma anche trilingue) è la "conditio sine qua non" per un professionista che vuole migliorare le proprie opportunità di carriera. In Italia, tuttavia, la competenza linguistica è ancora troppo approssimativa. Il nostro Paese, infatti, è al ventesimo posto nella classifica internazionale sulla conoscenza dell'inglese. Non a caso il 40% degli italiani dichiara di aver perso almeno un'occasione di lavoro proprio a causa del gap linguistico.

Italia primo Paese dell'Europa occidentale a investire nel mattone - L'altro punto cruciale che caratterizza la difficoltà dei manager a spostarsi all'estero è la propensione tutta tricolore a investire nel mattone: l'Italia risulta infatti essere il primo Paese dell`Europa occidentale nel ranking di Eurostat per proprietari di casa. Questo non viene considerato solo un investimento, ma è una priorità assoluta, vissuta come un traguardo che implica anche e soprattutto un legame affettivo, da cui è difficile separarsi.

No all'affitto - Spesso il rapporto con la casa e l'ambiente che lo circonda va a ostacolare i manager intenzionati a trasferirsi, che addirittura non prendono in considerazione soluzioni alternative, come ad esempio l'affitto della casa in Italia per il periodo di permanenza all'estero.