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Gli effetti del Quantitative easing: dai prestiti alle imprese ai mutui

La misura lanciata dalla Banca centrale europea che spinge la crescita

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-afp

Il Quantitative easing ha lo scopo principale di far ripartire il Pil dell'Europa e fermare la deflazione. Ma punta soprattutto ad avere effetti positivi sull'economia reale. Da un miglioramento del credito alle imprese ad una maggiore disponibilità nell'erogare i mutui. Ma anche più export con l'euro debole. Inoltre il QE consentirà manovre strutturali e riforme tali da tagliare la spese improduttiva e ridurre il deficit di bilancio degli Stati.

Mutui più leggeri - Un costo del denaro più basso è favorevole per chi vuole acquistare casa o ha già un mutuo in essere (stipulato in anni anche recenti) e lo vuole rinegoziare o intende approfittare delle opportunità della surroga. Già lo scorso anno, secondo le ultime rilevazioni dell'Abi, sulla scia di tassi di interesse migliori si è assistito ad una forte ripresa dei mutui. L'Istat peraltro ha indicato un mercato immobiliare in risalita dal terzo trimestre del 2014.

Maggiore credito alle imprese - L'intervento sui titoli di Stato con il Qe, insieme al mantenimento dei tassi di interesse ai minimi sommati alle precedenti misure di Francoforte (vedi Ltro e Tltro) dovrebbero offrire quella liquidità che serve alle imprese per sostenere la ripresa degli investimenti e di conseguenza dare agio a produzione e occupazione.

Euro ai minimi, più export - La moneta unica in discesa favorisce le esportazioni. E' probabile che l'euro tocchi nuovi minimi. Il suo ulteriore deprezzamento non può che aumentare la competitivita' dell'Eurozona.

Aumento dell'inflazione - Nei 19 mesi dell'operazione si punta ad un'inflazione al 2%, una percentuale considerata positiva per i prezzi e di conseguenza per i consumi. La Bce questa settimana ha rivisto in meglio le previsioni di inflazione per l'Eurozona, con un 0% per quest'anno, 1,5% per il prossimo e 1,8% per il 2017. Le stime di dicembre indicavano 0,7% per il 2015 e 1,3% per il 2016.