FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Draghi: "Stare insieme in tempi duri è la ragion d'essere dell'euro"

"Stare insieme in tempi difficili è la ragion dʼessere della moneta unica: grazie ad essa abbiamo resistito alla crisi più dura dalla Seconda guerra mondiale"

"Con la moneta unica abbiamo forgiato legami che hanno resistito alla peggiore crisi economica dalla Seconda guerra mondiale.

Stare uniti in tempi difficili è la ragione d'essere dell'euro". Il presidente della Bce Mario Draghi spiega così il valore della moneta unica, che definisce "irrevocabile", mentre non esprime "alcun commento" sull'ipotesi di un'Unione "a più velocità", rivolgendosi alla commissione Affari economici dell'Europarlamento.

In particolare, sull'idea delle diverse velocità sottolinea che "non è ancora chiaro" cosa sia stato detto a Malta e osserva: "E' un concetto ancora da sviluppare, una visione appena abbozzata su cui non sono in grado di esprimere alcun commento, almeno al momento". E aggiunge che "il mercato unico europeo non sopravviverà davanti a svalutazioni competitive" sulla prospettiva di un sistema Sme2 con monete nazionali uscite dall'euro. E aggiunge: "Abbiamo visto quello che è successo negli anni Settanta e Ottanta, che non furono certamente anni di stabilità ma di continua svalutazione competitiva".

Insomma, il presidente dell'Eurotower ci tiene a sottolineare il valore della moneta unica che, arrivata nelle tasche degli europei a dieci anni dal Trattato di Maastricht (7 febbraio 1992), si è rivelata "un notevole rafforzamento dell'impegno politico che ci ha tenuti insieme da 60 anni".

Il numero uno dell'Eurotower, che ha messo in guardia dalla ricerca di "soluzioni nazionali" ai problemi, ha affermato ancora che "l'obiettivo dell'Unione economica e monetaria dovrebbe essere quello di cercare di ottenere il progresso economico e sociale, come era l'intenzione dei firmatari di Maastricht. E per questo, abbiamo bisogno di una crescita sostenuta e della creazione di posti di lavoro".

"Preoccupano potenziali misure protezioniste" - "Guardiamo con preoccupazione a annunci di potenziali misure protezionistiche", ha poi dichiarato Draghi parlando della possibilità di un ritorno al protezionismo a livello globale. "L'Unione europea è stata creata sulle basi del libero scambio, dovremo giudicare quando vedremo quello che è stato annunciato".

"No all'allentamento delle regole finanziarie" - "L'idea di ripetere le condizioni che hanno portato alla crisi finanziaria è qualcosa di molto preoccupante e l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è l'allentamento delle regole", ha proseguito il presidente della Bce. "Il fatto che non abbiamo visto svilupparsi rischi per la stabilità finanziaria è una ricompensa per le azioni intraprese da regolatori e legislatori sin dallo scoppio della crisi", ha sottolineato.

"Eurozona ha fatto primi passi nella direzione giusta" - Secondo Draghi, l'economia dell'area Euro sta mostrando miglioramenti su più versanti. "Sono passi nella direzione giusta, ma sono solo i primi passi". Sul cumulato degli ultimi due anni, il Pil procapite è cresciuto del 3%, una performance positiva rispetto ad altre aree economiche, la fiducia delle imprese è salita ai massimi da cinque anni e la disoccupazione è scesa al 9,6%, ai minimi dal 2009.

"Dobbiamo continuare su questo percorso - ha osservato - in modo che la disoccupazione cali ancora e più europei ne traggano beneficio. In prospettiva, i rischi restano sbilanciati al ribasso e sono prevalentemente legati a fattori globali".

Difesa della Germania: "Berlino non specula grazie al surplus" - Sulle accuse rivolte alla Germania dal presidente Usa Donald Trump, Draghi ha poi sottolineato che il Paese ha un surplus commerciale negli scambi bilaterali "ma non lo utilizza per speculare" sul cambio della moneta. Del resto già a ottobre il Tesoro Usa aveva detto che Berlino "non manipola la sua valuta". Per Draghi, il tasso di cambio riflette le condizioni economiche e, nello specifico, la forza dell'economia tedesca.