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La disoccupazione al massimo storico Ma il ministero: aumentano posti fissi

Il tasso di senza lavoro arriva al 13,2%: si tratta del valore più alto dal 1977, e per gli under 25 aumenta addirittura al 43,3%. Per il dicastero del Lavoro, però, ci sono anche buone notizie: i rapporti a tempo indeterminato sono 400mila in più, con un aumento del 7,1%

Lavoro Operaio Disoccupazione
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Il tasso di disoccupazione a ottobre è pari al 13,2%, in aumento dello 0,3% rispetto a settembre e dell'1% nei dodici mesi. Si tratta, per l'Istat, del massimo storico dal 1977. Per quanto riguarda i giovani il loro tasso di disoccupazione è pari al 43,3%, in aumento dello 0,6% sul mese di settembre e dell'1,9% su base annua. Il ministero del Lavoro, però, per contro sforna dati positivi: 400mila nuovi contratti a tempo indeterminato.

L'istituto di statistica sottolinea anche come "aumentano ancora i divari territoriali, con l'indicatore pari al 7,8% nel Nord (+0,2 punti percentuali), al 10,7% nel Centro (+0,5 punti) e al 19,6% nel Mezzogiorno (+1,1 punti)".

A ottobre il numero di disoccupati è di 3 milioni e 410mila, in aumento del 2,7% (90mila persone) rispetto al mese precedente e del 9,2% (286mila persone) su base annua. I giovani under25 in cerca di lavoro raggiungono invece quota 708 mila. Il tasso di disoccupazione maschile risulta pari al 12,4% (+0,3 punti percentuali su base mensile e +0,9 punti nei dodici mesi); quello femminile raggiunge invece il 14,3% (+0,3 punti rispetto al mese precedente e +1,1 punti su base annua).

Il nuovo aumento della disoccupazione, che si aggiunge a quello di settembre, deriva, nell'ultimo mese, da un calo dell'occupazione a cui si associa una diminuzione dell'inattività, cioè del tasso di persone fuori dal mercato del lavoro che non stanno più cercando un impiego. Il riversamento degli inattivi nel mercato ha così contribuito a un innalzamento della disoccupazione, perché chi ha deciso di riprendere a cercare lavoro non l'ha ancora trovato.

Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce infatti dello 0,2% rispetto al mese precedente (-32mila) e del 2,5% rispetto a dodici mesi prima (-365mila). Il tasso di inattività si ferma invece al 35,7%, in discesa di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua.

In controtendenza i dati del ministero - Se l'Istat fotografa una situazione drammatica, il ministero del Lavoro comunica invece dati incoraggianti, anche se sul versante della tipologia dei contratti applicati. Per il dicastero, infatti, si registra "un andamento positivo dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari ad oltre 400mila nuovi contratti, con un aumento tendenziale del 7,1% rispetto ad un anno prima". I rapporti a tempo determinato, secondo quanto risulta dai dati sulle "Comunicazioni obbligatorie", relative all'avviamento di nuovi rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato, rappresentano invece "circa il 70% dei nuovi contratti, con un incremento dell'1,8% rispetto al terzo trimestre 2013"